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I funghi

Racconto di una notte difficile


I 400-800 milioni di nuovi disoccupati (solo in piccola parte compensati dai nuovi assunti nella tecnologia) avevano infatti provocato la fine definitiva dell'inflazione salariale. Chi aveva un lavoro vedeva ogni giorno qualche collega scortato all'uscita con lo scatolone delle sue povere cose e l'ultima cosa che gli passava per la testa era di chiedere un aumento di stipendio. Il collega licenziato cercava di inventarsi qualche attività nei servizi, ma la concorrenza era così ampia che il reddito finale era quasi allineato con il salario di cittadinanza. I grandi sacerdoti della tecnologia, dal canto loro, erano pagati in azioni e le azioni continuavano a salire, perché i bond erano ormai da due decenni inchiodati su rendimenti vicini allo zero e i multipli azionari continuavano a gonfiarsi.

I gestori di patrimoni, e i loro clienti, si trovavano quindi nella difficile condizione di dovere scegliere tra obbligazioni senza rendimento e azioni sempre più care e rischiose.

Quando K. si risvegliò affannato, una pallida luce filtrava già dalla finestra. Con l'aiuto di un potente caffé ripensò al sogno, ancora vivo nella memoria. McKinsey (Jobs Lost, Jobs Gained, dicembre 2017) esagerava, si disse. L'intelligenza artificiale e l'automazione erano davvero sul punto di cambiare il mondo, ma questo cambiamento non avrebbe comportato la perdita immediata di così tanti posti di lavoro. Ci sarebbe stata una lunga fase intermedia in cui l'intelligenza artificiale sarebbe comunque stata sorvegliata o affiancata da un umano. Politici in cerca di spazio, come stava già accadendo a San Francisco, avrebbero proposto leggi e referendum contro l'uso dei robot in una professione dopo l'altra. La discesa numerica della forza lavoro, dovuta al calo demografico globale, avrebbe in parte compensato la minore domanda di lavoro da parte delle imprese. La pubblica amministrazione sarebbe stata usata per creare posti di lavoro certamente improduttivi, ma utili per la pace sociale.

Tutto sarebbe stato lento e complicato ma l'effetto sul costo del lavoro tradizionale sarebbe comunque stato depressivo. Anche il lavoro di K. sarebbe stato presto accessibile a un programma di intelligenza artificiale, ma i clienti avrebbero comunque apprezzato la supervisione di un umano.

Ogni giorno ha la sua croce, pensò K. Non ha senso preoccuparsi più di tanto per un futuro che gradualmente impareremo ad affrontare. Nel breve termine, poi, il quadro dei mercati appare tranquillo. Certo, nel 2019 cominceremo a correre qualche rischio (rialzo dei tassi globale, diminuzione della base monetaria, perdita di slancio del ciclo economico) ma per il 2018 quello che si profila è un modesto deterioramento del tradeoff tra inflazione e crescita. Ci potrebbe cioè essere un po' meno crescita, soprattutto in Cina, e un po' più di inflazione, ma solo, eventualmente, in America.

La nottata, in ogni caso, non sarà stata inutile. Una verifica periodica delle condizioni strutturali e dei problemi che queste si portano dietro sarà comunque utile a storicizzare questo periodo relativamente felice e a non farci pensare incautamente che sarà eterno.
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