Partiamo dai bond, che sono certamente influenzati dalle aspettative di inflazione, ma anche dai tassi reali, dalla liquidità, dall'andamento del tasso neutrale, dal premio per la durata e da quello per il rischio di credito. Anche in presenza di inflazione costante può succedere che tutti gli altri fattori spingano i rendimenti obbligazionari verso il basso (come è accaduto negli ultimi anni) o verso l'alto (come potrebbe accadere nei prossimi).
Ma se i tassi salgono, i multipli azionari devono contrarsi, come ha già iniziato a succedere in questo 2018 e continuerà a succedere, tra alti e bassi, fino alla prossima recessione. Se la discesa dei multipli si dovesse accompagnare, come è possibile nel 2019, a un arresto della crescita degli utili, il mercato azionario si comporterebbe come un aereo che vola ad alta quota e incontra un vuoto d'aria. Non si schianterebbe al suolo, ma scenderebbe bruscamente, con momenti di paura, e questa volta senza molto aiuto dalle torri di controllo (le banche centrali).
Ribassi significativi (per quanto brevi e reversibili) saranno dunque sempre più possibili anche in presenza di fondamentali stabili e buoni.
Un'altra conseguenza dell'invecchiare del ciclo economico e della rarefazione progressiva della liquidità è che chi inciamperà, da qui in avanti, verrà lasciato indietro. Il maestoso bull market degli anni passati è stato generoso con tutti e ha sempre provveduto a raccogliere e sostenere chi si trovava in difficoltà. Già oggi, però, vediamo come Turchia e Argentina (due esempi di paesi sotto pressione) fatichino a rialzarsi dopo essere scivolati. La nostra scommessa è che si rimetteranno in piedi, rimanendo però distaccati dal gruppo con cui hanno perso i contatti.
In conclusione, il grande rialzo degli asset finanziari ha ancora la forza per produrre spunti interessanti (come quello che si sta aprendo) ma non ha più la forza per occuparsi di tutto e di tutti. È tempo di rendere più sicura la parte obbligazionaria del portafoglio, ritirandosi progressivamente dagli alti rendimenti di dubbia qualità e concentrandosi su emittenti sicuri (tra cui Stati Uniti e Cina, per chi accetta la volatilità del cambio). La quota di rischio che si vuole continuare a mantenere andrà concentrata sull'azionario, che è sempre l'ultima asset class a scendere quando finiscono i grandi cicli di rialzo.
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