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Wile E. Coyote

Il 2019 - 2020 tra coazione a ripetere e forza di gravità


Sono tre cicli che andiamo avanti così, ogni volta con i tassi più bassi, la moneta più abbondante e il livello degli asset sempre più alto. Solo che a ogni ciclo cresce anche il debito in rapporto al Pil. Come ricorda John Mauldin, in dollari a valore costanti il debito globale (stati, banche, imprese, famiglie) era secondo McKinsey di 87 trilioni nel 2000, di 142 nel 2007 ed è oggi calcolabile in circa 250 trilioni, tre volte il Pil globale. Se poi calcoliamo le passività potenziali degli stati (le prestazioni previdenziali e sanitarie promesse) e le attualizziamo arriviamo, secondo Laurence Kotlikoff, a 10 volte il Pil, ovvero al mille per cento (in tutte queste classifiche l'Italia è sempre a metà strada). Per questo alcuni ipotizzano, già per il prossimo decennio, una crisi del debito molto difficile da gestire.

Ma ogni giorno ha la sua croce e non è il caso di fasciarci la testa fin da ora per problemi che non arriveranno subito. Nessuna recessione è alle viste, dichiara Larry Kudlow, capo dei consiglieri economici della Casa Bianca.

Puntiamo a una crescita molto alta, aggiunge, e non siamo preoccupati per l'inflazione. Quanto ai dazi, Kudlow non esclude un accordo con l'Europa basato su un abbassamento, non su un rialzo, di alcune tariffe. Resta aperto il contenzioso con la Cina, che fa pochi passi avanti e rischia seriamente di provocare rialzi magari temporanei, ma generalizzati, dei dazi. E poi c'è la Fed che, con il trumpiano Powell al comando, cerca di farsi notare il meno possibile e di non disturbare troppo crescita e mercati.

Insomma, prestiamo attenzione all'infittirsi di previsioni di rallentamento per il 2019-20, non facciamoci trovare a metà 2019 con portafogli stracarichi di azioni e di rischi di credito e cominciamo a preferire i rischi di duration sui titoli sicuri ai rischi di credito sui titoli meno sicuri ancorché relativamente brevi. Ma teniamo anche conto del fatto che, dopo due recessioni non previste da quasi nessuno (Bernanke compreso), ora c'è la corsa a portarsi avanti a prevedere la prossima, anche per potere poi dire che lo si era detto. Come si è sbagliato prima, così si potrebbe sbagliare anche questa volta. Il ciclo potrebbe certamente avere uno o due trimestri di crescita vicina a zero nel corso dei prossimi due anni e questo verrebbe certamente accompagnato da una caduta del 15-20 per cento delle borse e da un recupero dei bond sicuri, ma niente fa pensare, al momento, che avremmo una replica del 2008. E non dimentichiamo che, proprio per il 2020, l'amministrazione Trump sta studiando, come ha ricordato Kudlow, nuovi tagli delle tasse, questa volta per le persone fisiche e, in più, permanenti.

Nel breve, quindi, non c'è ragione per non restare ragionevolmente investiti in borsa e non approfittare della crescita degli utili societari, spettacolare in America e buona in Europa.
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