Un decennio di rialzi di bond e azioni ha portato a portafogli più esposti al rischio. Oggi, come è stato notato con perfidia, molti sono diventati pessimisti ma nessuno è short, un segnale che il mercato ha un posizionamento squilibrato. Molti vorrebbero vendere, pochi hanno voglia di comprare.
Ripetiamo, non c'è allarme sulla realtà sottostante, c'è invece un diverso atteggiamento verso di essa. Se tutti vogliono passare da un portafoglio da boom a un portafoglio da tempi normali occorreranno uno o due trimestri perché questa operazione si compia. Una volta compiuta e con le banche centrali ritornate più concilianti, i mercati potranno gradualmente riprendersi.
Una volta compreso che
non ci sono catastrofi dietro l'angolo (salvo sorprese, ovviamente, ma le sorprese, per loro natura, possono anche essere positive) si può scegliere tra due strade. La prima è di mettersi in coda per uscire parzialmente dai mercati, approfittando magari dei rimbalzi, e disegnarsi un portafoglio da tempi normali perché così fan tutti. La seconda è di non provarci (a volte si esce bene ma si rientra male, e viceversa), dedicarsi ad altro e aspettare che quelli che stanno uscendo rientrino, cosa che certamente accadrà se le catastrofi, come è probabile, non ci saranno.
In questa prossima fase aggrovigliata si potrà ingannare l'attesa con il cash (che ha però molti antipatizzanti) e con due asset fino a ieri disprezzati, l'oro e i bond governativi. L'oro non farà necessariamente faville (la liquidità cala anche per lui), ma in un contesto di asset finanziari sulla difensiva e di tassi meno minacciosi attirerà un interesse maggiore rispetto a quello degli ultimi anni. L'oro vale se ha compratori che credono nel suo valore intrinseco e in proposito, a chi dubita, giova ricordare che le banche centrali (e il pubblico) di molti paesi emergenti e della Cina all'oro ci credono molto e che, quando possono permetterselo, lo continuano ad accumulare.
I titoli governativi che preferiamo sono i Treasuries e i Btp. I Btp, lo capiamo benissimo, richiedono un pizzico di coraggio e modiche quantità, ma ripagano con un ottimo rendimento. I Treasuries, dal canto loro, sarebbero di tutto riposo se non ci fosse il dollaro, che è caro e potrebbe tornare a perdere per strada un po' di valore l'anno prossimo. Per chi può, una soluzione c'è. Usando i
futures ci si mette al riparo dal rischio di cambio senza il carry negativo della copertura.
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