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A metà strada

Mercati e Fed di nuovo in sintonia


Ora il mercato appare in equilibrio e bene inserito in un sistema di pesi e contrappesi che lo ancoreranno al suo baricentro per qualche tempo. Se infatti si continua a salire si riattiva nella Fed la voglia di alzare i tassi e si dà spazio a Trump per politiche di scontro duro commerciale e politico con Cina ed Europa. Se al contrario si ritorna verso i minimi si conferma nella Fed la disponibilità a considerare concluso il ciclo di rialzo dei tassi e si porta Trump ad ammorbidire le sue posizioni e a cercare un accordo con Cina ed Europa.

A questo punto, inoltre, il mercato appare di nuovo sintonizzato con la Fed nel navigare a vista senza particolari preconcetti. Dopo molti mesi in cui le attese del mercato sui tassi sono state diverse, e in ultimo opposte, rispetto a quelle della Fed, la nuova sintonia diventa rilevante.

Il mercato si è anche pulito da molti eccessi di posizionamento. Certo, resta un ampio zoccolo duro di rischio, come sempre avviene dopo un lungo bull market, ma le sovrastrutture speculative sono state in buona parte smantellate. Un giorno lo zoccolo duro inizierà a sgretolarsi, ma quello sarà il giorno della recessione e del bear market ciclico vero. Quello che abbiamo visto tra ottobre e fine anno è stato un repricing, un passare dalla quinta marcia alla seconda o alla terza (e tra la seconda e la terza si giocherà probabilmente il 2019).

Nel frattempo ci siamo anche tolti di torno un altro elemento di rischio, in particolare per l'Europa. Parliamo di Brexit nella sua versione dura, quella senza accordo. Dalle manovre politiche in corso è emerso con più chiarezza che i laburisti, indispensabili per qualsiasi maggioranza dal momento che i conservatori sono divisi, non vogliono assolutamente l'uscita dura, forse perché non vogliono ereditare, dopo le prossime elezioni, un paese in crisi. Ricordiamo poi che un'uscita dura avrebbe prodotto ancora più danni in Europa che nel Regno Unito. L'Europa è infatti un forte esportatore netto verso il Regno Unito e la semichiusura improvvisa di un mercato importante in un momento molto delicato per la crescita europea avrebbe potuto portare l'eurozona verso la recessione.

Ora, raggiunto il punto di mezzo, potremo anche avere un po' di overshooting, ma ricordiamo che a fine gennaio, tradizionalmente, gli short, che si concedono le vacanze annuali nelle prime settimane dell'anno, torneranno a testare il mercato per capire se è già il momento per attaccare.
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