È affascinante che gli ultimi trent'anni dell'Ottocento, che sui testi di storia economica vengono definiti come
Lunga Depressione, sui testi di storia generale americana vanno sotto il nome di Gilded Age, Età Dorata. Furono l'una e l'altra, in effetti. Enormi accumulazioni di ricchezze da una parte, deflazione salariale favorita anche dalla massiccia immigrazione dall'altra.
Ineguaglianze non più viste fino a oggi.Eppure il sistema si salvò, senza bisogno del Cartalismo, per due motivi. Il primo fu un colpo di fortuna all'ultimo minuto, l'entrata in funzione degli enormi giacimenti d'oro del Transvaal, che nel 1896 iniziarono a riversare sul mercato quantità di metallo sufficienti a reflazionare l'economia globale e a fare perdere le elezioni a Bryan. Il secondo, politico e culturale, fu il passaggio alla
Progressive Era, una fase di autoriforma radicale del sistema fatta di smembramento dei monopoli, lotta alla corruzione che infestava la politica, egemonia culturale dei ceti medi, istituzione della Riserva Federale.
Anche l'uscita dalla Grande Depressione degli anni Trenta fu il risultato di un'autoriforma radicale del sistema, che con il New Deal riuscì a evitare la risposta autoritaria alla deflazione (Hitler dopo Bruning) e quella compiutamente socialista, sia nella versione sovietica sia in quella light di Abba Lerner.
Si noti che,
già prima di Roosevelt, anche Hoover aveva provato a percorrere strade non ortodosse (giudicate all'epoca molto ardite) per uscire dalla deflazione. La grande diga sul fiume Colorado, un'imponente opera pubblica diventata simbolo del New Deal e della rinascita dell'America, fu inaugurata trionfalmente da Roosevelt, ma si chiama Hoover Dam, e non Roosevelt Dam, perché fu decisa e avviata da Hoover, che dalla storiografia è stato sempre condannato come un uomo del troppo poco troppo tardi.
Parliamo di Hoover per parlare di Trump, ovvero di una prima risposta alla deflazione (e alla stagnazione secolare) che al momento appare molto radicale (si pensi alla deregulation, alla riforma fiscale e al tentativo di portare stabilmente la crescita al 3 per cento) ma che evidentemente non lo è abbastanza se su tutte le televisioni d'America si parla solo di GND, lotta ai profitti e tasse altissime per i ricchi. E Trump ne è perfettamente consapevole quando in dicembre, dopo il rialzo dei tassi, afferma in un intervista che Powell e la Fed gli vogliono far fare la fine di Hoover.
Ora il dopo Trump si profila rosso fuoco. I probabili candidati democratici si dividono in tre gruppi, i
centristi (Biden, Bloomberg, Clinton), i
radicali (Sanders, Warren) e
quelli che si collocano a metà strada (Gillibrand, O'Rourke, Booker, Harris). I centristi sono Ancien Régime e i radicali affascinano la base ma rischiano di alienare gli elettori indipendenti. È probabile quindi che alla fine prevalga qualcuno del terzo gruppo.
"