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Consolidamento

Dopo il rosa il grigio, ma molto chiaro


Il mercato dà un'importanza enorme ai negoziati con la Cina e non c'è dubbio che un quadro più definito e un clima meno conflittuale con l'America darebbero impulso a una ripresa degli investimenti su scala globale. È però ingenuo pensare che tra Stati Uniti e Cina possa scoppiare la pace così come a un certo punto era scoppiata la guerra. Quello che si è aperto è infatti uno scontro prolungato che segnerà i prossimi decenni e avrà versanti non solo economici, ma anche strategici e militari. Questo scontro va visto come un continuo, con fasi calde e fasi fredde, non come un episodio che si concluderà con la firma di un accordo. Contenere e ritualizzare il conflitto sarà naturalmente importante, ma le occasioni di frizione saranno continue (pensiamo, oggi, al 5G, alla Corea o al Venezuela, solo per fare qualche esempio). La tentazione cinese di non rispettare gli accordi e quella americana di introdurre tariffe o boicottare l'alta tecnologia cinese saranno costanti.

Cina, yuan cineseAlla fine, dunque, a decidere dove andranno i mercati una volta terminata questa fase di consolidamento (che potrebbe prolungarsi fino a metà anno con un andamento sostanzialmente laterale) sarà il grado di salute dell'economia globale.

Fino a questo momento il rallentamento ciclico è stato attribuito dai mercati a cause ad hoc. Per l'America si insiste sulla chiusura di una parte della pubblica amministrazione durante lo scontro di gennaio tra Trump e i democratici. In Europa si dà la colpa alle vicende dell'auto tedesca (uscita accelerata dal diesel, adeguamento ai nuovi standard ambientali). In Cina si cita il lavoro di pulizia nel settore del credito. Trattandosi di problemi circoscritti, si argumenta, basta avere un po' di pazienza per vederli presto uscire di scena e per misurare l'effetto delle misure di rilancio.

Qui suggeriamo una certa prudenza. È probabilmente vero che il peggio del rallentamento è alle spalle, ma nessuno può esserne certo. Lo shutdown negli Stati Uniti è terminato da un pezzo, ma l'economia, in questo primo trimestre, appare ancora in affanno, ben più che nell'ultima parte dell'anno scorso. In Europa è la Bce stessa, che fino a ieri aveva minimizzato i problemi, a sottolineare i rischi del quadro congiunturale. Infine in Cina i problemi vanno ben al di là del credito.
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