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La pausa

Scegliere, o borse ai massimi o tagli dei tassi


I banchieri centrali sono oggi considerati il nuovo Gosplan globale. Gli estimatori vedono di questo il lato positivo, rappresentato dalla capacità di farci uscire dalle crisi, di mantenere l'inflazione quasi perfettamente sotto controllo e di disegnare e ingegnerizzare quelle grandi e complesse operazioni di reflazione degli asset che tanto hanno giovato agli investimenti finanziari in questi dieci anni. I detrattori, dal canto loro, puntano il dito sulla repressione finanziaria (i tassi artificiosamente bassi che provocano l'eutanasia del rentier), sulla zombificazione del sistema, la soppressione del valore segnaletico dei prezzi di mercato e l'incapacità, alla fine, di evitare nuove crisi.

Su quest'ultimo punto, la possibilità o meno di evitare nuove crisi, si è riacceso di recente il dibattito nei mercati. Incoraggiati dall'apparente incrollabilità del ciclo di espansione iniziato dieci anni fa e dalla fortissimo ripresa delle borse in questo 2019, i mercati, nei giorni scorsi avevano cominciato a ricamare sull'ipotesi del meltup (l'esplosione delle quotazioni verso l'alto). Il meltup sarebbe stato reso possibile dall'allineamento straordinario di fattori favorevoli, tra cui l'inflazione in discesa, l'economia globale in ripresa a perdita d'occhio nello spazio e nel tempo e la possibilità non di uno, ma di ben due ribassi dei tassi entro la fine dell'anno, un po' perché Trump ne chiede quattro e un po' perché comunque alla Fed può interessare assicurarsi contro l'eventualità di un rallentamento.

Ora è vero che l'allineamento astrale è favorevole (per quest'anno) e che teoricamente, per il mercato, potrebbe verificarsi il miracolo della botte piena e della moglie ubriaca (economia che va bene, borsa ai massimi di tutti i tempi e Fed che taglia i tassi). La Fed è così potente, nel suo ruolo di pianificatore centrale del mondo, da potere farci toccare per qualche tempo il paradiso senza che questo produca effetti collaterali immediati negativi.

Sarebbe però avventato e diseducativo. Avventato perché a sparare per aria per festeggiare si sprecano munizioni (i ribassi dei tassi) che potrebbero essere meglio utilizzate quando c'è da combattere davvero il rallentamento. Diseducativo perché cominciare a parlare di ribassi (come si sperava che Powell facesse) con la borsa sui massimi di tutti i tempi significa viziare i mercati e spingerli verso un'inutile bolla.

I ribassi prima o poi ci saranno, ma il mercato dovrà guadagnarseli soffrendo, cioè scendendo. Non sarà necessario scendere molto, intendiamoci, ma bisognerà almeno mostrare un po' di umiltà. Se poi le borse vorranno continuare a salire, saranno liberissime di farlo, ma non potranno avere anche il bonus del taglio dei tassi. La borsa che sale, del resto, è già l'equivalente di un ribasso dei tassi, perché abbassa il costo del capitale per le imprese.
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