Insomma, come ha notato Jeffrey Gundlach in un recente e brillante dibattito con l'ex Fed Danielle Di Martino Booth (su YouTube), ci troviamo in una Twilight Zone, ovvero ai confini di
una realtà in cui i tassi potrebbero essere a zero o al quattro con le stesse condizioni sottostanti. Un po' come il gatto di Schrodinger, quello vivo e morto allo stesso tempo.
I mercati, nel dubbio, stanno giustamente a metà strada, in attesa di capire.
È un'attesa che in America apparentemente non costa, dal momento che tassi e inflazione sono uguali (anche se sui tassi si pagano imposte). In Europa e in Giappone, dove i tassi resteranno a zero per tutto l'orizzonte prevedibile, l'eutanasia del rentier, già in corso da dieci anni, verrà accelerata. Certo, l'obbligazionista europeo ha avuto qualche anno di capital gain sui bond che aveva comprato prima del 2008, ma da qui in avanti i capital gain ci saranno solo se i tassi da negativi diventeranno profondamente negativi. In altre parole, ci saranno capital gain solo per gli audaci che si comprano decennali tedeschi (pagando alla Germania un interesse dello 0.12 annuo e chiudendo un occhio sull'inflazione tedesca al due tondo) se i tassi diventeranno ancora più negativi. Per tutti gli altri, nell'area euro, l'unico modo per sopravvivere sarà andare a prendersi rischi.
Questo ci porta a pensare che l'azionario, pur non avendo più davanti a sé orizzonti particolarmente luminosi, abbia sotto di sé un sostegno rappresentato dalla mancanza di alternative particolarmente attraenti.
Venendo al breve termine, puntuali come un cronometro,
le chiacchiere di aprile sul meltup, le teorie sull'accelerazione del rialzo che spuntano dopo mesi di rialzo ininterrotto, hanno coinciso con l'inizio della correzione in corso.
Certo, c'è stata nel frattempo la caduta di uno dei due pilastri su cui si era retto il rimbalzo iniziato a Natale, ovvero l'apparente distensione tra Stati Uniti e Cina. L'altro pilastro, la Fed non più restrittiva, rimane però saldo, come abbiamo visto, ed è alla fine più importante del primo.
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