Nei giorni scorsi un'altra immagine straordinariamente potente è stata evocata, quella della Lunga Marcia. Qui entriamo in quanto è di più sacro nella storia del partito comunista cinese, l'epopea della grande ritirata strategica che per un anno, tra il 1934 e il 1935, vide i resti dell'Armata Rossa, inseguiti dalle forze regolari di Chiang Kai-shek, peregrinare nelle regioni più inospitali del paese, tra montagne innevate, deserti e paludi e arrivare finalmente nello Shaanxi, stremati e decimati. Dell'Armata Rossa dello Shaanxi, da cui sarebbe poi partita nel decennio successivo la conquista comunista della Cina, era capo militare Xi Zhongxun (1913-2002) e proprio nello Shaanxi suo figlio
Xi Jinping ha voluto recarsi per lanciare con la maggiore solennità possibile il messaggio che
la Cina deve prepararsi a una nuova Lunga Marcia. La Cina deve dunque essere pronta a rinunciare a parte della sua crescita e del suo raggiunto benessere per affrontare un pericolo esistenziale, sopravvivere e risorgere alla fine più forte di prima e nuova guida del mondo. Tornare indietro da questa simbologia non sarà facile. Ci saranno tregue e accordi, ci auguriamo, ma il meccanismo che si è avviato rimarrà in piedi a lungo.
Infine, pistole sul tavolo anche tra Europa e Italia. Siamo alle prime fasi della trattativa sul bilancio del 2020 e già abbiamo una Commissione che non trova di meglio che minacciare multe consistenti e un parlamento italiano che vota all'unanimità una mozione per l'introduzione dei minibot. Di per sé i minibot sono solo una forma di cartolarizzazione del debito della pubblica amministrazione, un'anticipazione di cassa che dovrebbe mettere temporaneamente soldi in circolazione e rilanciare la domanda interna. Per le discutibili regole contabili europee il debito dello stato verso i fornitori, presunto di breve, non rientra nel computo dello stock di debito, mentre i minibot vi rientrerebbero, con un effetto ottico sgradevole ma non molta sostanza. La questione di fondo dunque non è il debito, ma il retropensiero che i minibot introducano una nuova sorta di valuta e che questa nuova valuta, creata in quantità adeguate, possa un giorno diventare una protolira e poi una lira.
Visto da Marte, il conflitto tra Italia e Europa appare futile, perché potrebbe essere risolto con un minimo di buon senso. Basterebbe infatti che l'Europa facesse quello che fanno tutti e si dotasse della possibilità, in caso di pioggia torrenziale, di aprire l'ombrello, dotandosi di una politica fiscale anche solo moderatamente espansiva (a questo punto non importa se federale o delegata agli stati) quando, come ora, l'economia ristagna, l'industria dell'auto è sotto attacco da tutte le parti e i mercati di sbocco si chiudono. Da parte sua l'Italia potrebbe in cambio impegnarsi a riqualificare la spesa, deregolare e rendere più efficiente la pubblica amministrazione. Queste cose di buon senso sono però oggi difficili in un'Europa mentalmente sempre più rigida e con una Merkel in prorogatio per assenza di una successione adeguata proprio mentre l'Italia si radicalizza.
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