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Nice try

La fine della normalizzazione monetaria


Ora però l'idea ormai prevalente è quella di ritornare a passare quel che resta del ciclo espansivo (un tempo non necessariamente breve, che dipenderà molto dalle presidenziali americane dell'anno prossimo) nel tepore della benevola protezione delle banche centrali, in attesa della spesa pubblica dei governi del prossimo decennio.

Con la scusa delle guerre commerciali (che per ora non hanno fatto tutti questi danni, anche se in futuro potrebbero farli) i mercati, senza neanche troppo sforzo, hanno convinto le banche centrali prima a sospendere la normalizzazione (in dicembre) e ora a organizzare il ritorno all'emergenza come condizione permanente. Si scontano già quasi tre ribassi dei tassi in America, il Quantitative tightening verrà chiuso in fretta in settembre mentre Draghi dichiara che per il Qe, mandato in pensione in attesa di Weidmann, c'è di nuovo ampio spazio.

D'altra parte, se il Qe ha notoriamente effetti collaterali spiacevoli, i tassi negativi profondi che ci toccherebbero in alternativa se ci lasciassimo andare a una nuova recessione sarebbero una chemioterapia che tutti, per prime le banche centrali, cercheranno il più a lungo possibile di risparmiarsi.

Confortato dall'atteggiamento più disponibile delle banche centrali, qualcuno, senza perdere tempo, ha ipotizzato nuovi massimi di borsa in tempi brevi. Ci sembra troppo, al momento, perché la Fed, pur essendosi rassegnata alla possibilità di tagliare i tassi nei prossimi mesi, cercherà, almeno all'inizio, di tirare in lungo, centellinando i tagli. È dunque possibile che i mercati restino parzialmente delusi e facciano altri capricci, sapendo peraltro bene che, alla fine, una Fed ideologicamente sempre più fluida verrà comunque loro incontro.

Significa questo che gli asset finanziari non scenderanno mai più? No di certo. Verrà comunque un giorno in cui l'economia globale andrà in recessione o l'inflazione tornerà a scendere o a salire troppo. Finché però la crescita rimarrà globalmente positiva e l'inflazione resterà in un range ragionevole, bond e azioni troveranno un supporto, come nei tempi migliori del Qe.
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