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Errori

Perché le previsioni sui tassi sono sempre sbagliate?


Abbiamo già parlato in passato del fallimento della curva di Phillips in questo ciclo. Nonostante la riduzione del numero dei disoccupati la pressione salariale, che secondo i modelli dovrebbe essere oggi molto forte, è in realtà modesta ed è coperta perfettamente dall'aumento della produttività. Nonostante il clamoroso mancato funzionamento, nessuno osa buttare via la curva di Phillips e quasi tutti, incluse le banche centrali, continuano a pensare che un giorno l'inflazione salariale si presenterà all'orizzonte come i Tartari. È un atto di fede che costa caro sia all'economia, che viaggia al di sotto del vero potenziale, sia ai gestori, che si sono tenuti spesso, in questi anni, su duration zero (il cash) o addirittura negativa (al ribasso sui bond).

Un'altra considerazione ha contribuito a mantenere inutilmente prudenti molti gestori obbligazionari, quella per cui al crescere ininterrotto dei disavanzi pubblici e degli stock di debito di molti paesi dovrà per forza accompagnarsi, prima piuttosto che dopo, un aumento dei rendimenti richiesti dal mercato.

In realtà, su questo punto, la casistica dimostra l'assenza di un nesso di causa effetto. È di queste ore il dato sul disavanzo americano dall'inizio dell'anno, che galoppa a briglia sciolta ed è di un terzo superiore a quello dello stesso periodo dell'anno scorso. Malgrado questo, il rendimento del decennale americano è oggi del 2.11, mentre un anno fa era del 2.97 per cento.

Si dirà che un anno è un periodo troppo breve per confronti di questo tipo, ma è indubbio che i rendimenti di oggi sono molto più bassi di quelli di 10, 20 o 30 anni fa, mentre lo stock di debito, sovrano, corporate e privato ha continuato a crescere quasi ovunque e non mostra nessuna intenzione di cambiare tendenza.

L'errore del mercato è stato (ed è) di non rendersi conto che l'aumento del debito induce istintivamente le banche centrali ad abbassare, non ad alzare i tassi reali (e persino i tassi nominali, quando è possibile) e a tollerare un giorno, quando verrà, una maggiore inflazione. Ci sarà un tempo in cui tutto questo finirà male? Probabilmente sì, ma i tempi potrebbero essere ancora lunghi.
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