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Il portafoglio bifocale

Sfruttare il rialzo, prepararsi alla sua fine


A chi lo criticherà per la portata ridotta dell'accordo di fine novembre, Trump potrà del resto rispondere che la trattativa sugli aspetti strategici continuerà. Questa trattativa, che la Cina farà finta di accettare, non porterà nessun risultato nel 2020, ma le ritorsioni americane si limiteranno a qualche punzecchiatura verso questa o quella società cinese della tecnologia. Trump riprenderà a premere seriamente sulla Cina solo dopo essere stato eventualmente rieletto l'anno prossimo.

I due grandi accordi, Brexit e Stati Uniti - Cina, rallenteranno ma non fermeranno le banche centrali nel loro ritrovato atteggiamento espansivo. Il taglio a fine ottobre da parte della Fed resta quasi certo e saranno semmai i tagli successivi a essere temporaneamente sospesi.

Accanto a questi importanti elementi positivi, il flusso delle notizie ci annuncia anche nuvole pesanti per la seconda metà del 2020 e per gli anni successivi. Con Biden in declino quasi terminale, le candidature democratiche che restano in campo sono al momento la populista Warren e il socialista Sanders. I loro programmi sono particolarmente aggressivi e includono tasse più alte per le imprese, reregulation e un attacco frontale a cinque settori chiave come banche, farmaceutica, energia, industria militare e grande tecnologia. Chi pensa che questa aggressività si stempererà dopo la nomination, quando tradizionalmente i candidati rimasti in lizza vanno alla ricerca del voto di centro, e si annacquerà ulteriormente una volta conquistati Congresso e Casa Bianca, non considera che negli ultimi anni i politici, incalzati da elettorati radicalizzati, tendono più a mobilitare la loro base che a conquistare un centro in via di estinzione e a rispettare di più, una volta eletti, le loro promesse elettorali.

La seconda ragione per un portafoglio bifocale è psicologica. Quando si imposta un portafoglio in modo lineare in una sola direzione (in questo momento al rialzo) ci si convince di potere uscire in tempo prima che la tendenza si inverta o comunque poco dopo. I punti di inversione non appaiono però in sogno ai gestori prima di realizzarsi e sono chiari solo a posteriori. Trovarsi in quei momenti con portafogli tutti orientate in una sola direzione può essere pericoloso.

Si dirà che già i risk parity fanno questo lavoro stando posizionati su classi di asset in correlazione inversa tra di loro. La differenza è che i risk parity partono da un pessimismo radicale sulle nostre capacità di leggere il futuro e offrono la stessa diversificazione sempre e comunque. Il portafoglio bifocale fa invece delle scommesse, non una ma due, una sul breve e una sul medio-lungo, pur cercando come i risk parity di non rimanere incastrato in caso di brusca inversione di tendenza.

Entrando nel concreto, pur essendo positivi nel breve, non pensiamo sia il caso, a questi livelli di mercato, di comprare aggressivamente. Va invece ribilanciato velocemente il peso dei settori, aumentando ciclici e banche a spese di utilities e difensivi in generale. Va ridimensionato il dollaro qualora sia molto presente. Vanno ripesati positivamente la Cina, l'Asia, gli emergenti e l'Europa, in particolare la Germania, a spese degli Stati Uniti. Questa nuova impostazione va mantenuta fino a gennaio-febbraio, dopodiché sarà bene tornare gradualmente a un equilibrio tra i settori.
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