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Flussi

I meriti e i rischi dei buy-back


La ragione citata più spesso dagli ottimisti è che le società, che conoscono se stesse meglio di quanto le possa conoscere il mercato, si ritengono sottovalutate. In alcuni casi è certamente vero, ma non può che nascere qualche sospetto quando si vanno a guardare le vendite di azioni da parte dei manager delle società stesse, al massimo storico, quando agiscono come individui. In pratica, è come se i manager vendessero individualmente le azioni che fanno ricomprare alla società in cui lavorano.

La ragione citata dai pessimisti è che il quadro economico è così poco invitante che le società che hanno liquidità, non trovando niente di interessante da acquisire e non avendo nessuna voglia di mettere soldi in nuovi impianti perché intravedono un basso ritorno sugli investimenti, si rassegnano a restituire capitale al mercato e a diventare più piccole.

Ci sono poi altre due ragioni, una razionale e un'altra molto probabilmente vera. La motivazione razionale è che raccogliere soldi con il debito in una fase storica di tassi a zero costa meno, per le aziende, che emettere azioni. Emettere debito per ricomprare azioni proprie fa in molti casi risparmiare e aumenta gli utili per azione due volte, la prima perché fa crescere gli utili e la seconda perché fa diminuire il numero di azioni su cui distribuirli.

La ragione più vera di tutte è però un'altra. Molti CEO, soprattutto in America, fanno legare la parte variabile della loro retribuzione al valore in borsa della società che dirigono e hanno quindi un interesse particolare a farlo salire. E si raggiunge lo scopo più facilmente comprando azioni proprie piuttosto che attraverso investimenti produttivi rischiosi.

Insomma, l'acquisto di azioni proprie è un'ottima cosa quando la società è davvero sottovalutata, ma si presta ad abusi quando viene fatto anche da chi sottovalutato non è. Alla lunga, inoltre, la sostituzione di equity con debito rende più fragile la struttura patrimoniale delle imprese ed espone al rischio, in caso di recessione e di cadute di borsa, di dovere fare precipitosamente il contrario, emettere azioni per ripagare debito. Si finisce, se si agisce incautamente, con il comprare azioni proprie anche sui massimi di mercato per poi doverle rivendere, riemettendole, sui minimi.
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