La Bce raccoglie almeno la sfida e, pur con l'evidente freno a mano tedesco tirato e le
infelici dichiarazioni della Lagarde sullo spread dei Btp, produce qualcosa di meno di un bazooka ma molto di più di una pistola ad acqua. Il mancato taglio dei tassi ufficiali è irrilevante (lo si consegue per altra via e con più efficacia attraverso i tassi praticati alle banche) e il mercato ha fatto male a dargli molto peso. Il
taglio consistente del buffer patrimoniale per le banche non farà i titoli dei giornali ma è importante. Il
Tltro era scontato ma comunque c'è. Delude il
Qe (evidente qui l'opposizione tedesca) che aumenta di soli 12 miliardi al mese e arriva a 32. Era di 80 in tempi molto più tranquilli. Lo si sarebbe potuto aumentare di molto di più, estendendolo all'azionario. Probabilmente ci si è voluti mantenere qualche arma di riserva.
Come si vede,
tutto il peso ricade come sempre sull'America, finora deludente sul piano delle politiche sanitarie e incapace di trovare un compromesso fiscale alla vigilia delle elezioni. La Fed dovrà fare tutto da sola e, scelta a questo punto obbligata, porterà i tassi verso zero già a partire dalla settimana prossima, amplierà il cosiddetto non-Qe sui repo che stava per dismettere e reintrodurrà, un po' più avanti, il Qe classico.
Basterà tutto questo a contenere la recessione, la caduta dell'azionario e gli emergenti problemi di liquidità sui bond? No, però potrà mitigare in modo non trascurabile i problemi che si stanno aprendo su vari fronti.
La caduta vertiginosa delle borse ha elementi di panico ed elementi tecnici (riscatti, margin call, VaR alle stelle che costringe a ridurre comunque le posizioni). Gli uni e gli altri a un certo punto si ridimensioneranno. Ci sarà anche qualche rimbalzo importante se la Fed riuscirà a sorprenderci nei prossimi giorni.
Quando la bufera sarà passata avremo un bear market più freddo e lento ancora per qualche settimana, fino a quando non arriverà almeno qualche notizia positiva sull'epidemia. A parte situazioni particolari, colpite da liquidazioni tecniche in questi giorni, per acquisti strategici converrà ancora aspettare.
La buona notizia, come hanno sottolineato osservatori come Potts e Kaletsky, è che la natura artificiale dei mercati in questa (e ancor più nella prossima) fase storica, dovrebbe fare sì che non si scenda a profondità abissali e che ci sia spazio, più avanti, per riprendere una buona parte del terreno perduto.
(Foto: © Leonardo Pallottino)
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