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Il buco nero

Prepariamoci alla deflazione e alla pioggia di trilioni


Ora Bill Gates ci dice che ci vorranno dieci settimane di lockdown per avere ragione del virus. Aggiungiamo che, come sta dimostrando la Cina, anche dopo avere contenuto o anche azzerato l'epidemia, ci saranno conseguenze per tre ragioni. La prima è che se si sconfigge il virus in un paese solo, questo deve mantenere chiuse le frontiere per non essere ricontagiato. La seconda è che anche se si riavvia il proprio motore questo non può andare a regime finché non ci vanno anche i motori degli altri. La terza è che per qualche tempo la propensione a consumare e a investire rimarrà depressa.

Per fortuna, come ci insegna Nassim Taleb, se diamo il peggio di noi quando si tratta di prevenire un disastro, spesso diamo il meglio quando si tratta di reagire. Le banche centrali sono state nel complesso veloci, razionali e, dopo qualche breve esitazione, all'altezza dei problemi. Le politiche fiscali appaiono più confuse, meno coordinate e ancora insufficienti, ma rispetto al 2008 si vedono evidenti progressi. È mancato un coordinamento formale tra monetario e fiscale, ma in filigrana qualcosa si intravede e nelle prossime settimane diventerà più evidente.

L'Europa merita un discorso a parte. Non sappiamo se la Lagarde sia stata a) insensatamente formalista b) succube delle posizioni tedesche o se c) abbia voluto scatenare l'inferno a bella posta per costringere i politici a dare più spazio alla Bce e a fare la loro parte fiscale. Se a) la realtà, specie se drammatica, travolge sempre e comunque i formalismi. Se b) l'euro e l'Europa hanno corso un rischio esistenziale. Se c) la cosa ha funzionato in parte, perché i politici hanno scelto di ributtare la palla alla Bce e lasciarle più spazio, senza per ora fare la loro parte a livello di Unione.

In pochi giorni abbiamo rivissuto in timelapse lo psicodramma tra Germania e Italia del 2011-12 e del 2018. La pancia della Germania vorrebbe sottoporre l'Italia al trattamento greco della svalutazione interna con in aggiunta il trasferimento massiccio di ricchezza privata verso le casse dello stato via tasse o ristrutturazione del debito pubblico (con bail-in se in seguito alla ristrutturazione saltano le banche). Anche in situazioni drammatiche come l'epidemia vorrebbe sempre condizionalità, perché una cicala merita sempre e comunque sacrifici. La testa della Germania sa che l'Italia ha le partite correnti in perfetto ordine, che la distribuzione della ricchezza tra privato e pubblico è affare interno italiano senza effetti negativi sull'esterno e che fare saltare l'Italia significa prendersi il rischio che salti l'euro e che si torni alla lira debole e al marco forte proprio mentre l'export tedesco è sotto attacco su tutti i fronti.

Il compromesso tra la pancia e la testa tedesche consiste nel fare vivere l'Italia in uno stato di ansia perenne, nel manovrare lo spread per farla passare quando serve dall'ansia al terrore senza però mai andare fino in fondo e gettarla nell'abisso. E anzi, se occorre, salvandola per i capelli dopo averla spinta nel vuoto, come è stato in queste ore. E così facendo, come bonus, la Merkel si è evitata un passaggio al Bundestag, la pancia del paese, sui coronabond, che sarebbero stati bocciati.
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