Ci limitiamo allora a tre avvertimenti per i compratori.
Il
primo è che,
tra il virus e i trilioni, è il virus ad avere l'ultima parola, almeno finché è in fase ascendente. E vista l'impreparazione con cui lo si sta affrontando e le radici che ha ormai messo tra noi, è difficile pensare che se ne vada in tempi brevi. Certo, impareremo faticosamente a riorganizzarci e ci irrobustiremo psicologicamente. Come le generazioni precedenti andavano a scuola o al lavoro sotto i bombardamenti, noi riprenderemo prima o poi ad andare a lavorare in metropolitana in mezzo ai virus, ma la propensione a consumare e a investire rimarrà depressa per qualche tempo. Non aspettiamoci quindi un rialzo definitivo già per le prossime settimane e puntiamo piuttosto su un range di oscillazione decoroso.
Il
secondo avvertimento deriva dalle
scelte che vanno facendo i policy maker. Il loro messaggio è questo. Faremo molto, anche di più che nel 2008, ma non salveremo tutti. Così come negli ospedali ci dedicheremo soprattutto ai più giovani, così, tra i debitori, salveremo i migliori più qualcuno che ci è particolarmente caro, ma non tutti. Bene quindi gli
investment grade (finché le agenzie di rating li manterranno tali), bene le banche e le linee aeree che ci sono care, al freddo il resto.
Il
terzo avvertimento è comportamentale.
Non si compra qualcosa perché è sceso di prezzo, ma perché si pensa che salirà. C'è una bella differenza. Andrà bene anche comprare quello che offre un buon dividendo, ma bisognerà prima valutare se lo manterrà.
Abbiamo fatto tre avvertimenti, ma non facciamo il quarto, che sentiremo spesso nelle prossime settimane. Il quarto avvertimento dice che, per risalire, il mercato ha comunque bisogno di un'ultima fase di capitolazione, di una resa senza condizioni firmata nel più desolato e disperato degli stati d'animo. È un concetto simmetrico a quello degli ottimisti a oltranza, che in un bull market già maturo e forse esausto vedono sempre la possibilità di un'ultima grande fiammata. Non è stato vero in febbraio al rialzo e non è detto che sia vero al ribasso nei prossimi mesi.
In pratica, quindi, continuiamo a pensare che il compratore razionale, in questo contesto così fluido, farà bene a non rincorrere i rialzi e a distribuire gli acquisti nell'arco, come minimo, dei prossimi tre mesi. Con un occhio attento a quello che compra, perché non tutti saranno salvati.
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