Tutto questo ci rafforza nell'idea che,
qualunque sia la futura evoluzione del virus, inclusa quindi una ricaduta causata dalla riapertura, non vedremo più confinamenti generalizzati e tantomeno globali. Non solo perché sono un lusso che non ci potremo più permettere economicamente, ma anche perché il beneficio marginale di ogni restrizione è decrescente e discutibile. Senza contare gli aspetti psicologici come l'indisciplina crescente a ogni giorno di confinamento, l'assuefazione all'epidemia, declassata nelle nostre teste da straordinaria a cronica, la voglia di riappropriarci di un minimo di normalità. Se il prossimo inverno vedremo, come accadde con la Spagnola del 1918-19, una seconda ondata ancora più temibile tutto verrà di nuovo messo in discussione, ma per i prossimi sei mesi il massimo che ci possiamo aspettare in caso di ricaduta sono confinamenti brevi e circoscritti, come quelli che stiamo vedendo in Cina in questi giorni.
Poiché l'inverno è ancora lontano e di confinamenti rilevanti non ne faremo più,
i mercati vedono davanti a sé molti mesi di dati positivi. In qualche settore la ripresa avrà un andamento irregolare, perché la domanda arretrata spingerà gli acquisti addirittura oltre la media storica per poi normalizzarsi. Gran parte dei settori, tuttavia, vedrà una ripresa graduale e prolungata nel tempo.
Fino alla fine del 2020 vedremo i pessimisti concentrarsi sui dati anno su anno, che continueranno a essere negativi. Gli ottimisti indicheranno invece i dati mese su mese, che saranno positivi. Alla fine prevarranno gli ottimisti, anche perché le banche centrali saranno dalla loro parte.
Chi pensa che sia stato fatto fin troppo in termini di supporto fiscale e monetario farà bene a leggersi i verbali dell'ultima riunione della
Fed, da cui emerge chiarissima la
paura di non stare facendo abbastanza e la consapevolezza di dovere
ricorrere ad altro Quantitative easing nei prossimi mesi. I posteri valuteranno la saggezza di questa risposta alla crisi, ma per il momento i mercati colgono perfettamente il messaggio e cercano di spingere i corsi verso l'alto, facendo leva sui settori meno compromessi ma cominciando anche, correttamente, a degnare anche i ciclici di qualche attenzione.
"