Il
virus di Covid è apparso a molti ricercatori, tra cui Montagnier del Pasteur di Parigi, un anomalo assemblaggio di altri virus, una specie di Frankenstein naturale o forse artificiale. Curiosamente, il 2020, in particolare se osservato dal punto di vista dei mercati finanziari, appare anch'esso un ibrido creato da una natura caotica o in un laboratorio di apprendisti stregoni.
Come Chimera, il mostro mitologico con una testa di leone, una di capra e una coda di serpente, il 2020, che non è ancora a metà della sua strada e può riservare altre sorprese, assembla parti diverse e stridenti. Come Proteo, il dio mutaforma, cambia continuamente aspetto e prevede il futuro.
Ormai ce lo siamo dimenticato, ma il
2020 è nato come l'anno del ciclo positivo che si fa permanente e come
l'anno del melt up azionario. Gennaio e febbraio sono trascorsi nella convinzione che Wuhan non fosse un segno di fragilità ma anzi della forza di un mercato che riusciva a fare nuovi record anche con la Cina paralizzata nel suo stato d'assedio.
Poi Proteo ha cambiato improvvisamente forma e si è reincarnato in un 2008 elevato a potenza. Il mondo è apparso prossimo al crollo, schiacciato dal peso di un
debito ingestibile e di una
deflazione incombente. I mercati si sono abbandonati al panico e perfino l'oro e i Treasuries, per un momento, sono stati liquidati per fare cassa.
Dopo il crollo di marzo è iniziato un alto Medioevo in cui si è tentato di salvare il salvabile della civiltà arroccandosi nei castelli e nelle abbazie benedettine dei grandi titoli tecnologici, unico faro a squarciare le tenebre e illuminare le rovine dei titoli ciclici.
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