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1968+1999+2008=2020

La complessa sequenza genetica del figlio di Chimera e di Proteo


Al tempo stesso, tuttavia, la politica monetaria rimarrà straordinariamente espansiva, come ha confermato ieri Powell, per un tempo straordinariamente lungo. La Fed sarà instancabile nella produzione di nuove armi contro inflazione e disoccupazione. La prossima sarà il controllo di curva, ovvero la fissazione dei tassi non più solo di breve ma anche di medio periodo.

Se i mercati hanno dichiarato terminata la grande fase di recupero e aperto una fase delicata di consolidamento non è perché la Fed ha deluso le attese (al contrario) ma perché Powell ha ricordato con molta energia che la generosità della Fed non è un piacevole regalo che va ad aggiungersi alla ripresa economica, ma una drammatica necessità davanti alla voragine di depressione e deflazione che resta spalancata davanti ai nostri occhi anche se avevamo smesso di guardarla e preteso che non ci fosse più. È la stessa cosa che ci ricorda la Bce quando dice, con lo sguardo rivolto a Karlsruhe, che il Pil dell'eurozona tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2023. Ecco allora Proteo che per un attimo, abbandonate le forme del 1999 e del 1968, adotta di nuovo l'aspetto del 2008.

Insomma, il paradigma del 2020 è quello di incorporare in sé numerosi paradigmi, contemporaneamente se ne vediamo la struttura, in sequenza se ne vediamo l'apparenza. È dunque un anno fatto per dare ragione a tutti, a turno, e per dare torto a tutti. E poiché Proteo oltre che mutaforma è anche oracolo, il 2020 ci annuncia un decennio a elevata instabilità, con montagne di debito sostenuto al centro dalla monetizzazione (e però franante alla periferia) e con un azionario volatile, soggetto a continue rotazioni ma comunque sostenuto da una strutturale espansione dei multipli più che da una crescita degli utili.

In acque agitate l'imbarcazione deve essere solida. Niente leva, livelli di rischio sopportabili, oro, corporate bond di buona e media qualità. Sull'azionario continuiamo a suggerire di entrare un po' alla volta. Chi è già investito tenga, senza farsi ingolosire dalle componenti più speculative del mercato. Dollaro in modesto indebolimento, da considerare positivamente anche per chi ce l'ha nella misura in cui reflaziona il resto del portafoglio.

(Foto: © Kladej Voravongsuk / 123RF)
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