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Messa a fuoco

I mercati tra passato, presente e futuro


Il virus, però, è risultato refrattario a ogni modellizzazione. Pur perdendo gradualmente in letalità in molte zone (non tutte), ha assunto un andamento irregolare quanto alla diffusione, tornando a fare danni (non sempre) dove si è allentata l'attenzione nei suoi confronti. Si è quindi prodotta una sorta di prima ondata e mezza alla quale non eravamo preparati. Allo stesso tempo, la ricerca di vaccini ha proceduto più speditamente del previsto (anche se con risultati non uniformi) e il loro utilizzo di massa è ormai questione di pochissime settimane, visto che la Russia inizierà già nella seconda metà di agosto a renderli disponibili alla popolazione.

Questi dati complessi si riversano disordinatamente sui mercati, che in ore diverse della giornata si vedono arrivare notizie di segno opposto. Le notizie dal passato remoto, ovvero dalla prima ondata, sono pessime. Il consuntivo del secondo semestre mostra un calo del Pil, rispetto al primo trimestre, del 10 per cento in Germania e dell'8.25 negli Stati Uniti (il 32.9 americano di oggi è annualizzato e va quindi diviso per 4 per essere paragonabile con quello tedesco).

Le notizie dal passato vicino sono invece ottime e testimoniano della forte ripresa di fiducia che è seguita all'attenuarsi della pandemia in Europa e nell'est degli Stati Uniti. Le notizie dal passato prossimo e dal presente, che ora cominciano ad arrivare, sono però di nuovo negative, o quanto meno deludenti, perché riflettono questa prima ondata e mezza che fino ai giorni scorsi si pensava circoscritta agli indisciplinati americani del sud e che però ora sembra tornare a lambire l'Europa proprio in una fase in cui l'euro forte non la aiuta nella ripresa.

Le notizie provenienti dal futuro prossimo sembrano dal canto loro rassicuranti, come abbiamo visto, per quanto riguarda i vaccini. Sono neutrali, in quanto già scontate, rispetto ai programmi fiscali e monetari di sostegno che, dopo l'effetto annuncio, vedono le inevitabili complicazioni del processo di approvazione e di attuazione.

Rischiano di essere negative le notizie dal futuro meno prossimo, ovvero dal novembre elettorale americano. Ci riferiamo qui non solo alla consueta incertezza sull'esito del voto, ma anche alla possibilità che le elezioni vengano rinviate, come sta provando a proporre Trump, perché il voto postale, che in molti stati colpiti da Covid potrebbe sostituire quello tradizionale, si presta a brogli.
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