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Viabilità

Semafori verdi e dossi rallentatori


Il dosso rallentatore più efficace è costituito dalle elezioni americane. Si pensi solo all'aumento dell'imposta sui capital gain che Biden vorrebbe introdurre l'anno prossimo e che potrebbe indurre a realizzi già a dicembre. Gli algoritmi e i day trader non spingono però lo sguardo fino a novembre e c'è quindi bisogno di soste e ritracciamenti fin da adesso. Questi rallentamenti o riesce a deciderli da solo il mercato o possono essere provocati da semplici dichiarazioni, come è riuscito a fare Philip Lane della Bce, che con poche parole ha bloccato la discesa del dollaro (e, di conseguenza, la salita dell'oro).

I dossi rallentatori sono certamente fastidiosi (e pericolosi per chi va loro incontro a velocità sostenuta, ovvero a leva) ma non devono fare perdere di vista al guidatore prudente e razionale lo scenario generale, che resta favorevole per il prossimo periodo. Biden e un senato democratico potranno cambiare molte cose, se gli elettori gliene daranno il mandato, ma quello che non cambierà è che la Fed manterrà i tassi a zero per molti anni, togliendo un elemento di attrattiva al dollaro e spingendo così tutto il resto del mondo a reflazionare per non rivalutare.

Ed ecco infatti, dopo la pausa d'agosto, nuovi pacchetti fiscali annunciati in Francia e Germania per il 2021. La Francia ha già oggi un debito-Pil del 120 per cento, ma non esita ad andare ancora più in alto l'anno prossimo, con l'evidente consenso della Germania.

Il dosso rallentatore su dollaro e oro e le nuove misure fiscali franco-tedesche (cui si aggiungerà a fine anno un nuovo ampliamento del Qe da parte della Bce) migliorano le condizioni per le borse europee che, almeno in questa fase, potranno smettere di dovere dividere il loro recupero con il recupero dell'euro.

Settembre e ottobre saranno accidentati (come da tradizione) ma nuovi massimi di borsa non sono affatto da escludere. Dati però i livelli raggiunti sarà bene non farsi ingolosire troppo e mantenersi neutrali in modo da potere comprare in caso di correzione. Lo stesso vale per l'oro, ora in fase di realizzo ma da comprare in caso di ulteriore debolezza.
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