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Cina.

Un'alternativa interessante, ma da maneggiare con cautela


In pratica noi ci siamo trovati con più soldi che prodotti, mentre la Cina si è trovata con più prodotti che soldi. La Cina ha quindi prodotto anche per noi, esportando, e noi abbiamo consumato anche per lei, importando. Il Pil cinese chiuderà quindi il 2020 con un segno positivo, il resto del mondo con un segno ampiamente negativo (ricordiamo che il Pil è il prodotto interno, anche quello esportato, e non quello importato). La bilancia delle partite correnti cinese, da qualche anno in pareggio, è quindi tornata in attivo e questo, insieme ad altri fattori, ha provocato un rafforzamento consistente del renminbi. Se alla fine di maggio occorrevano 7.19 renminbi per comprare un dollaro, oggi ne bastano 6.84. In pratica, ironia delle ironie, la guerra commerciale contro la Cina partita nel 2018 vedrà quest'anno un aumento della quota di mercato delle imprese cinesi.

Il terzo fattore che può apparire interessante a chi investe in Cina è la stabilità. Si tratta di una stabilità più apparente che reale. La Cina è strutturalmente fragile e la sua parvenza di stabilità è garantita con strumenti autoritari che sono in realtà un segno di debolezza. L'America, dal canto suo, appare particolarmente agitata in questo periodo storico e in questa fase politica, ma ha un suo baricentro ancora solido. In certi momenti, tuttavia, anche le apparenze contano.

Così come conta, per chi investe, la stabilità del cambio, che oscilla intorno a 7 renminbi contro dollaro ormai da dieci anni, e, almeno per quest'anno, quella delle borse cinesi, molto composte durante la pandemia e meno euforiche, ma comunque in buon rialzo rispetto all'inizio dell'anno, durante il recupero. Fa eccezione solo Hong Kong, per i noti problemi.

Il quarto fattore interessante è il rendimento elevato dei titoli di stato cinesi, acquistabili anche attraverso Etf, su tutte le scadenze. Il decennale rende il 3.10 per cento, lo stesso livello del Treasury americano nell'ultima parte del 2018, quando il dollaro attirava capitali dal mondo proprio per i suoi rendimenti. Le obbligazioni corporate cinesi rendono anche di più (talvolta molto di più) ma caveat emptor, perché da qualche anno è cessata la policy dei salvataggi generalizzati e ora i default sono possibili (e presenti) come da noi.
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