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Il lungo inverno

Navigazione impegnativa, privilegiare la qualità


Che effetti potrà provocare sui mercati una seconda ondata vera (e non le prove tecniche di questi giorni)? Dopo i minimi di marzo non può non ronzare nella testa l'idea di un avvicinamento a quei livelli. In queste occasioni si forma del resto puntualmente una schiera di commentatori penitenziali che predicano un nuovo test dei minimi, ma questa dinamica, a guardare l'esperienza storica, si realizza molto raramente. Se nel febbraio scorso possiamo oggi dire che avrebbe avuto senso premere il bottone del panico e vendere tutto, in vista del febbraio prossimo avrà più senso arrivare con un portafoglio solido fatto di qualità, sia nella parte crescita sia in quella value. Per dirla tutta, la crescita andrà in realtà ancora privilegiata, così come l'America, in generale, continuerà a offrire risultati migliori dell'Europa, mentre l'Asia avrà da offrire una volatilità più bassa.

Le ragioni per non uscire dal mercato sono la prossimità di febbraio (che indichiamo per comodità come punto culminante della seconda ondata) con l'arrivo effettivo dei vaccini nel secondo trimestre e con la manovra fiscale americana (nel caso non sia stata varata prima dal Congresso uscente dopo il voto).

Sappiamo che un giorno arriverà la Grande Rotazione, e che i dannati della terra, dalle linee aeree agli emergenti, risorgeranno con grandi balzi e offriranno per qualche mese ritorni superiori a quelli della migliore tecnologia. Alcuni di loro, però, non arriveranno in tempo e cadranno prima. Gli altri avranno comunque vita stentata almeno fino alla fine dell'anno. Li compreremo il giorno in cui ci toglieremo le mascherine.
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