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Una disuguaglianza inaccettabile che uccide il bene comune


A fronte di una rivoluzione finanziaria che ha eretto la finanza a verità incontrovertibile, inducendo la gente a credere nell'abbondanza infinita ed al consumo a debito, si è creata a livello globale una concentrazione di ricchezza nelle mani di pochissimi che non ha precedenti nell'intera storia dell'uomo. Tutto questo è stato possibile grazie alla collusione tra finanza, politica ed accademia che ha consentito di spacciare come pietra filosofale una finanza totalmente priva di fondamento scientifico e reale inondando il mondo di prodotti tossici come i derivati, gli OTC... di cui nessuno capiva nulla perché tutto era mascherato dai media controllati dagli interessi di pochi e da una politica sotto scacco e suddita della finanza. Così intrappolati dal pifferaio magico ci siamo avviati come i lemming verso il dirupo, dimenticando che si guadagna per vivere e non il contrario perché la vita diventa un mezzo e non più un fine.

La finanza sostenuta dai media è asimmetrica all'economia reale, l'unica che genera vera ricchezza; il distacco nel 1971 dall'oro e dal riferimento ad un bene reale ha dematerializzato la ricchezza che oggi è solo un numero che cambia in continuazione, frutto di una speculazione infinta. Questa sirena, alimentata dal suicida mantra del "creare valore per gli azionisti" ha incantato tutti a danno della nostra storia cancellando aziende per correre dietro ad una delocalizzazione selvaggia ed ai paradisi fiscali che hanno cancellato posti di lavoro e parte di quella attività manifatturiera che ci ha portato tra i paesi ad elevata ricchezza.
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