Si guarda l'
azionario con i suoi multipli tirati e viene voglia di rifugiarsi nei
bond. Si guardano i bond con i loro rendimenti negativi e viene voglia di rischiare sull'azionario.
Non si esce da questo movimento circolare del pensiero se ci si ferma alla fotografia del presente. Per sbloccarlo occorre introdurre il
fattore tempo e pensare ai rendimenti obbligazionari inchiodati a zero per altri cinque anni e forse più. La certezza di un ritorno a cinque anni pari a zero sui bond va confrontata con la possibilità che, a un certo punto dei prossimi cinque anni, l'azionario sia, ad esempio, del 10 per cento sopra i livelli attuali. È concreta questa possibilità? Sì, certo. Già, ma quanto è concreta la possibilità che le borse, a un certo punto dei prossimi cinque anni, si trovino al di sotto del livello attuale?
Robert Shiller di Yale, solitamente vir prudentissimus,
scrive in questi giorni che i multipli elevati sono ragionevoli se si considera il rendimento zero dei bond. Un corollario, che aggiungiamo noi, è che è sufficiente una ripresa anche modesta degli utili nei prossimi anni affinché, a multipli stabili, le borse salgano.
"