Negli ultimi giorni
il recupero del dollaro, peraltro modesto, ha destato particolare sconcerto, anche perché il consenso universale era compattamente orientato verso un suo indebolimento sia ciclico sia strutturale. Il consenso, già maturato da mesi, sembrava dovere trarre ulteriore forza dalle vicende poco edificanti della politica americana, dalla vittoria dei democratici anche al senato e dal profilarsi di un nuovo imponente pacchetto fiscale già pochi giorni dopo l'approvazione dell'ultimo di 900 miliardi.
Lo sconcerto sul dollaro è stato spiegato con un altro sconcerto, quello sui tassi a lungo americani. Qui, a dire il vero, c'era già l'attesa di un rialzo, ma non con la velocità che si è vista sul campo. Questa, a sua volta, è stata spiegata con il brusco rialzo dell'inflazione attesa, che ha ormai superato il 2 per cento, come si evince dalla quotazione dei titoli indicizzati.
Mettere ordine in questo complesso di elementi non è facile. Se potete scegliere, aveva detto Russell Napier a metà dicembre, fatevi regalare per Natale il grafico dell'inflazione del 2021.
L'inflazione e la funzione di reazione all'inflazione da parte della Fed e del mercato sono in effetti i punti di partenza di qualsiasi analisi. E qui le difficoltà cominciano subito, perché non solo non è semplice capire quanta inflazione ci sarà nei prossimi mesi, ma è anche difficile capire quanta inflazione c'è adesso. Certo, ci sono le statistiche ufficiali, ma queste sono sempre meno tarate sulla realtà. In primo luogo i funzionari che raccolgono mensilmente i dati non escono più dal loro ufficio (o dalla loro casa) e si affidano ai prezzi di catalogo e a qualche telefonata sul campo senza possibilità di verifica. In secondo luogo, ancora più importante, i panieri dei beni su cui si raccolgono i dati sono ancora quelli pre-Covid e assegnano un peso rilevante a cose e servizi che non si usano quasi più, come i voli aerei, i pasti fuori casa, spettacoli e concerti e notti in albergo e assegnano lo stesso peso di prima ai pasti in casa, sui quali l'inflazione è alta, sia a monte (per il forte rialzo delle derrate agricole) sia a valle. Accanto a questo, naturalmente, ci sono voci che costano meno per effetto di liquidazioni e saldi, ma l'effetto complessivo, tenuto conto dell'ampia liquidità a disposizione delle famiglie nei paesi che hanno varato politiche di sussidi, è probabilmente un'inflazione più alta di quella ufficiale.
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