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Caveat venditor

Perché il mercato azionario fatica a correggere


La rapida ripresa del mercato dopo lo shock iniziale e le paure di effetti sistemici ha dimostrato ancora la validità del principio per cui le crisi finanziarie (reali o, come in questo caso, temute) che avvengono in un contesto di ripresa ciclica sono sempre un'occasione di acquisto e non il segno di una possibile inversione di tendenza. Ci si lamenta spesso del fatto che i fondamentali sono messi da parte e travolti da una speculazione che bada solo a seguire la tendenza e poi li si dimentica quando episodi di crisi finanziaria hanno sullo sfondo, come è oggi il caso, due tra i fondamentali più potenti e positivi di tutti, una forte ripresa ciclica in arrivo e una politica monetaria che non è mai stata così favorevole.

Anche l'altro fondamentale decisivo, la pandemia, sta mandando messaggi complessivamente incoraggianti. I vaccini si moltiplicano e, dove vengono introdotti su larga scala, cominciano a cambiare i ritmi di diffusione della malattia. Certo, non c'è la linearità che si immaginava ingenuamente qualche mese fa e ci sono le varianti, le complicazioni organizzative e la confusione, ma la tendenza positiva comincia a profilarsi con una certa chiarezza.

Una parte del mercato è comprensibilmente frenata dalle valutazioni. Si fatica a conciliare l'idea, proposta da molti analisti, di un rialzo ancora agli inizi, con valutazioni (anche normalizzate per Covid) che appaiono così alte. Se partiamo da questa altezza, quanto sarà pericoloso restare investiti quando i livelli saranno ancora più elevati? Non rischiamo, a un certo punto, l'ennesimo crash?

La risposta a questa legittima obiezione è che non è detto che il bull market che potrebbe proseguire fino a metà decennio avrà le stesse dimensioni di quelli che l'hanno preceduto nei decenni passati. Il rialzo degli anni Duemila, su New York, ha portato l'indice da 800 a 1600. Quello seguito alla Grande Recessione del 2008 l'ha portato da 700 a 3300. In questi anni Venti, una volta partiti da 2300 nel marzo scorso, potremmo spingerci a 5-6000 a metà decennio, un rialzo ampio ma meno ampio di quello del decennio scorso.
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