A difendere Biden intervengono Jason
Furman e Austan
Goolsbee, entrambi già a capo dei consiglieri economici di Obama e su posizioni storicamente liberal ma non progressive. Gran parte degli
stimoli, dicono, saranno una tantum, a partire dal famoso assegno di
1400 dollari che arriverà a ogni americano che abbia un reddito inferiore ai 75mila dollari. Se anche avremo un paio d'anni con una crescita del Pil nominale dell'8-9 per cento, fatto di crescita reale solo per metà e di inflazione per il resto, non sarà una tragedia, anzi.
Per completare il quadro del dibattito, non mancano democratici di area progressive come la
Ocasio-Cortez ed economisti di area MMT che sostengono addirittura che il pacchetto di Biden è troppo piccolo e prevede molto poco per l'ambiente.
Che dire? Proviamo a fare qualche osservazione.
La prima è che se il mondo ha deciso di premere sull'acceleratore finché non arriverà l'inflazione, questa arriverà per forza. Se non arriverà, infatti, si alzerà subito qualcuno a dire che si può accelerare ancora di più e questo qualcuno verrà insediato al potere dagli elettori al posto di chi si accontenta di una crescita più bassa.
In particolare,
i democratici hanno un anno e mezzo per preparare le elezioni di mid-term del novembre 2022 e per evitare di perdere i due rami del Congresso. La strategia obbligata, a parte quella di dividere i repubblicani tra trumpiani e antitrumpiani in lotta fra loro, è quella di fare crescere l'economia il più possibile e il prima possibile, costi quel che costi.
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