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Il grigio e il verde

La rinascita dell'auto tedesca


Mentre sull'orizzonte d'autunno si profila il primo cancelliere verde nella storia della Repubblica Federale (anche se la strada è ancora lunga e un'estate di vaccinazioni può restituire consensi alla Cdu) i produttori tedeschi annunciano imponenti progetti su batterie innovative, una riconversione aggressiva dei nuovi modelli e il ripristino dei margini di profitto pre-Covid. Nessuno può sapere oggi chi vincerà nel mercato globale dell'auto elettrica, ma mentre tra gli attori c'è un maggiore equilibrio, nelle valutazioni di borsa c'è uno sbilanciamento senza precedenti tra gli innovatori della prima ora e quelli che lo stanno diventando. Il mercato, già in luna di miele con i ciclici, sembra averlo notato se è vero che il Dax, dall'inizio dell'anno, va meglio del Nasdaq.

Concludiamo con due riflessioni. La prima è che l'orientamento crescente degli investitori verso i temi ambientali ha finora premiato soprattutto gli innovatori nati verdi. Con il passare del tempo crescerà però il numero degli elefanti grigi che nell'arco di un decennio diventeranno verdi (verdi dentro, non solo in superficie). I primi, i nati verdi, manterranno qualche vantaggio in considerazione della loro agilità, ma a favore dei secondi giocheranno le valutazioni contenute e la quota storica di mercato da cui partire. Fra 10-15 anni, del resto, quasi tutti saranno verdi con l'eccezione di una riserva indiana di grigi che avranno dividendi alti ma quotazioni basse destinate a restare tali.
La seconda riflessione è che il risveglio tedesco, ora poco visibile all'esterno per la cattiva gestione della pandemia e per l'atmosfera opaca da fine regno nella Cdu, potrà indurre la Germania a ritornare almeno in parte sui suoi passi nelle sue aperture al resto d'Europa e a dichiarare terminata già dall'anno prossimo la ricreazione monetaria, fiscale e regolatoria apertasi con Covid. È un rischio da non escludere anche nel caso di una cancelleria verde, che sarà forse più morbida nei toni ma non necessariamente nella sostanza. Difficilmente, in ogni caso, si avrà un ripristino completo dell'ortodossia. Da una parte ci sarà la politica espansiva americana a impedirlo (attraverso una pressione al rialzo sull'euro se l'Europa non sarà altrettanto espansiva). Dall'altra, di fronte alla guerra fredda tra Stati Uniti e Cina che continuerà a lungo, la Germania dovrà continuare ad apprezzare l'importanza strategica del mercato interno europeo.

Venendo al breve, Powell si conferma arcicolomba, ma lascia una certa libertà di movimento alla parte lunga della curva. Vedremo quindi i tassi salire ancora nei prossimi mesi, ma li vedremo anche ridiscendere più avanti nell'anno quando apparirà chiaro che il 2022 avrà meno crescita e borse meno esuberanti. Per ora rimanere investiti.

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