Il tema della responsabilità è stato oggetto di studio, specie nell'ambito filosofico, per le sue implicazioni sul tema dell'etica e proprio Aristotele nell'Etica Nicomache parla della responsabilità di coloro che, esercitando il potere creano danno alla "polis".
L'
etica della responsabilità viene variamente trattata da
Max Weber e più recentemente da
Hans Jonas, teorico dell'etica della responsabilità, che la estende nel tempo e nello spazio, nel senso che
le nostre azioni vanno valutate per le conseguenze non solo nei confronti dei contemporanei, ma anche di coloro che «non sono ancora nati» e verso l'intero mondo naturale che dobbiamo tutelare dalle nostre compromissioni. L'imperativo dell'etica della responsabilità viene così kantianamente formulato: "Agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana".
Il
tema della responsabilità è strettamente collegato a quello del potere, qui entriamo nel dramma di un'etica del potere cancellata dagli interessi dominanti e da un modello socioculturale che ha innalzato il determinismo e la razionalità come valori assoluti. In questo contesto asettico l'uomo è diventato un esecutore di norme e decreti che sono diventati un fine, mentre l'uomo perde sempre più i caratteri della sua essenzialità diventando un "uomo non umano".
Lo sviluppo del potere in questa forma asettica crea una spinta alla
deresponsabilizzazione e, scomparso il lavoro artigiano, l'uomo diventa una parte di un apparato produttivo in cui sembra identificarsi sempre più diventando esso stesso un mezzo di produzione, nasce l'operaio servo della macchina e
l'uomo viene economicizzato.
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