Quanto agli altri due settori,
valore e crescita, la loro presenza nei portafogli sarà funzione di
due variabili, crescita economica e tassi. Con crescita bassa e tassi bassi (come è stato nel decennio scorso) andrà di nuovo bene la tecnologia. Con crescita alta e tassi ancora bassi andranno bene i ciclici industriali tradizionali.
Con crescita bassa e tassi comunque più alti a causa dell'inflazione saranno da preferire i finanziari, a condizione che non si entri in una stagflazione conclamata. Segnaliamo in proposito
l'ultima foschissima analisi di Nouriel Roubini, che ipotizza il maturare lento di una crisi devastante
che combinerà il peggio degli anni Settanta (in cui almeno c'era poco debito e in cui le valutazioni di partenza erano basse)
con il peggio della Grande Recessione del 2008.
Il quarto scenario, più realistico e probabile in un anno elettorale come sarà il
2022, vede invece ancora
buona crescita e tassi moderatamente più alti sulla parte lunga della curva. In questo caso finanziari e ciclici faranno meglio del resto, mentre la tecnologia si limiterà a salire in linea con gli utili.
Nel breve continuiamo a vedere un
mercato che prende bene tutti i tipi di notizie (le buone perché sono buone e i segnali di rallentamento perché allontanano la prospettiva del tapering). La liquidità è talmente ampia che la Fed deve prosciugarne sempre di più, stando comunque ben attenta a non diventare restrittiva. Finché è così conviene rimanere investiti.
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