Che dire?
Sull'inflazione il dibattito è più aperto che mai. Il dato dei giorni scorsi sul
CPI americano, con il primo cenno di ritracciamento di quest'anno, ha dato apparentemente ragione al partito dell'inflazione transitoria. Gli oppositori hanno però fatto notare che a scendere sono stati solo i prezzi legati alla riapertura, come quello de biglietti aerei, per effetto della variante delta. La mediana dei prezzi, tuttavia, ha registrato una significativa ulteriore accelerazione per cui è legittimo supporre che, quando l'ondata della delta sarà rifluita, il dato complessivo riprenderà a crescere.
Che le
tensioni sui prezzi possano farsi strutturali lo vediamo dai
metalli industriali e dal
forte rialzo del gas naturale, del carbone e dell'uranio (che risentono di una transizione energetica appena agli inizi) e dai semiconduttori la cui carenza è destinata a prolungarsi almeno a tutto l'anno prossimo. Metalli industriali, gas e semiconduttori non sono tre voci tra le tante che compongono gli indici dei prezzi perché si ripercuotono velocemente su tutti gli altri.
Che conclusioni trarre? Negli anni Settanta i mercati hanno aspettato due anni prima di rendersi conto che l'inflazione non era transitoria. Anche questa volta sembra esserci ancora un margine di pazienza di almeno altri sei mesi. Le banche centrali, inoltre, stanno facendo di tutto per presentare le correzioni di tiro della politica monetaria nella maniera più morbida possibile, prevenendo come minimo quel di più di volatilità che storicamente si registra nei momenti in cui le misure espansive vengono ritirate. Inoltre, per un certo numero di comparti, l'inflazione sarà davvero transitoria.
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