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Il paradosso dell'energia

Mai così abbondante eppure più cara e precaria


I tre fronti di stress che abbiamo indicato metteranno granelli di sabbia nella grande macchina produttiva globale e renderanno meno fluidi i flussi che la percorrono. Provocheranno un innalzamento dei costi che verrà scaricato a valle o, in certi casi, andrà a comprimere i margini. L'inflazione sarà però endemica e irregolare e non assumerà i tratti minacciosi degli anni Settanta.Come è stato notato, le due teorie più diffuse sull'inflazione, quella monetarista e quella basata sulla curva di Phillips, sono inadeguate a spiegare quello che sta succedendo. Ora che stiamo uscendo dal bozzolo della ripresa forzata ed entrando gradualmente in una nuova normalità ci accorgiamo che dal polverone che si abbassa emerge un mondo diverso da quello che conoscevamo.

I problemi dal lato dell'offerta, d'altra parte, creeranno anche grandi opportunità. La transizione energetica comporterà enormi investimenti. La trasformazione del mercato del lavoro darà una forte spinta alla digitalizzazione, alla robotica e all'intelligenza artificiale. La creazione di filiere produttive separate, dopo una difficile fase iniziale, porterà a un vistoso aumento dell'offerta complessiva. Insomma, alla fine l'offerta sarà su tutti i fronti più che sufficiente e le tensioni inflazionistiche verranno mantenute sotto controllo. Se di disfunzioni si tratta, dunque, e non solo di malfunzionamenti, il sistema sarà in grado di correggerle.

Dall'esperienza degli ultimi decenni le banche centrali hanno imparato che non si risponde ai problemi dell'offerta alzando i tassi, che sono adatti piuttosto a governare la domanda. I timori che serpeggiano nei mercati nel vedere concretizzarsi l'inizio della normalizzazione monetaria sono eccessivi. Le banche centrali saranno molto caute e continueranno a privilegiare le esigenze della crescita rispetto all'inflazione. Il ricambio al vertice della Fed (che potrebbe coinvolgere anche Powell) conferirà al board un aspetto ancora più espansivo.

I mercati hanno colto nell'aria l'avvicinarsi della fine della fase dell'emergenza. Stanno uscendo dall'incubatrice e osservano il nuovo mondo con uno sguardo più equilibrato. I tassi sono leggermente più alti e la crescita si è un po' raffreddata. Un periodo di consolidamento e di ambientamento è dovuto. La fase delle cadute di un giorno seguite immediatamente da nuovi massimi è finita. Non per questo si deve aprire una fase di correzione particolarmente significativa. Nel caso questa si verifichi, sarà, pandemia permettendo, un'occasione di acquisto.

(Foto: © iqoncept / 123RF)
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