Un secondo punto, particolarmente rilevante per il mondo
ESG, è che
la Pécresse, tra i suoi tre punti qualificanti, ha un forte rilancio del nucleare con l'apertura di sei nuove centrali e il mantenimento in funzione di tutte le centrali esistenti.
Se si andasse oggi al voto, tuttavia,
l'avversario di Macron al ballottaggio, ci dice l'ultimo sondaggio pubblicato, non sarebbe un gollista e nemmeno la Le Pen, ma Zemmour. La novità di Zemmour, un giornalista che non è mai stato in politica, consiste nel rivolgersi contemporaneamente alle due destre francesi, quella borghese e quella populista. Più radicale della Le Pen sull'immigrazione (zero immigrazione illegale, zero immigrazione legale, come ebbe a dire il segretario comunista Marchais nel 1980), Zemmour si proclama bonapartista in politica e liberale in economia e non mette in discussione né l'euro né l'appartenenza della Francia all'Unione.
Con Pécresse, Barnier o Zemmour all'Eliseo le tensioni tra Francia e Germania monterebbero e l'Europa tornerebbe alle geometrie variabili che ha conosciuto in passato.
Il patto di stabilità, dal canto suo, sarebbe ben difficile da ripristinare. Quanto alla transizione energetica, il nucleare che viene smantellato in Germania verrebbe rilanciato in Francia, in omaggio a un'Europa delle patrie in cui la politica torna a essere nazionale.
Venendo all'attualità dei mercati, è degno di nota come il
quasi azzeramento della crescita americana nel terzo trimestre, le evidenti
difficoltà in cui versa l'economia cinese e le persistenti
tensioni inflazionistiche non abbiano tolto alla borsa americana la voglia di fare nuovi massimi. Sono di grande aiuto i buoni utili, naturalmente, ma anche la fiducia che la crescita tornerà ad accelerare. Con utili e crescita che vanno nella direzione giusta l'inflazione non è un problema per le borse finché i tassi rimangono compressi. E cioè, come minimo, per ancora 9-12 mesi.
(Foto: © Markus Glombitza / 123RF)
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