Facebook Pixel
Milano 17:35
34.750,35 -0,03%
Nasdaq 21:00
18.254,69 -0,14%
Dow Jones 21:02
39.807,37 +0,12%
Londra 17:35
7.952,62 +0,26%
Francoforte 17:35
18.492,49 +0,08%

La pazienza

Sopportare l’inflazione, ma non per sempre

Correva l'anno 2008 ed era maggio. Si addensavano nel cielo di primavera le nuvole nere della Grande Recessione e della deflazione che questa avrebbe prodotto. Il Bollettino mensile della Bce era però preoccupato per l'inflazione e dedicava alcune pagine all'analisi di quella lontana eco degli anni Settanta che erano i meccanismi di indicizzazione dei salari all'inflazione. Il Governing Council, si affermava, vede con preoccupazione che in sette paesi (tra cui Francia, Belgio e Spagna) essi siano ancora in vigore, li ritiene pericolosi per l'occupazione e per la competitività e invita a smantellarli.



Corre l'anno 2021 ed è un segno dei tempi che il sindacato dei dipendenti della Bce, Ispo, stia chiedendo in questi giorni, come ci informa Politico, l'indicizzazione delle retribuzioni all'inflazione. I 4mila dipendenti della Bce sono quasi tutti basati a Francoforte e l'inflazione tedesca, come avverte la Bundesbank, sta per sfiorare il 6 per cento. Il sindacato Ispo, intellettualmente sofisticato come l'istituzione che copre, condivide in linea di principio le preoccupazioni sulla spirale tra prezzi e inflazione e si augura che questa sia solo un'ondata temporanea. Se però non lo fosse, si chiede, come potremmo recuperare le nostre perdite?

Forme di recupero del potere d'acquisto dei salari, negoziate o automatiche, percorrono la storia del Novecento, ma è soprattutto con l'inflazione che accompagna la fine della seconda guerra mondiale e l'immediato dopoguerra che vengono introdotte in quasi tutti i paesi europei, inclusa la Svizzera.
Condividi
"
Altri Top Mind
```