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Calma apparente

I mercati ritrovano un equilibrio. Reggerà?

Quando finiscono le guerre? Di solito quando uno dei contendenti prevale nettamente sull'altro ed è quindi in grado di dettare le condizioni per la pace. Se nessun contendente riesce a prevalere sull'altro, la guerra finisce per esaurimento della capacità di combattere da entrambe le parti, ovvero quando non ci sono più soldati, armi e munizioni perché il conflitto ha fatto collassare la demografia e l'economia dei contendenti e indotto l'opinione pubblica a chiedere pace invece di vittoria.

In Ucraina non si vede ancora una prevalenza chiara di una parte sull'altra e questo, come spesso avviene in questi casi, induce i contendenti ad alzare il livello dello scontro piuttosto che ad abbassarlo. Finora la regia politica della guerra ha resistito alla tentazione di ricorrere alla mobilitazione generale, usare armi più letali e allargare il conflitto includendovi direttamente gli alleati, ma l'escalation rimane la linea di minore resistenza.

D'altro canto, le parti in conflitto non sembrano ancora essersi indebolite abbastanza da aprire la strada al compromesso diplomatico. Lasciati agli esperti gli aspetti militari della questione, vediamo infatti che sul piano economico il danno inferto finora agli avversari è più contenuto di quello che i contendenti immaginavano inizialmente.

La Russia ha evitato il tracollo del rublo e mantiene un forte surplus delle partite correnti. Carichi di carbone e di petrolio, con percorsi più tortuosi e costosi, riescono comunque a essere esportati. Il gas continua a muoversi dalla Siberia all'Europa. L'inflazione sta salendo, ovviamente, ma non molto di più che nel resto del mondo.
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