Un incendio ai serbatoi di ossigeno liquido compromette il funzionamento dell'impianto elettrico e interrompe la produzione di ossigeno. I tre astronauti dell'Apollo 13 capiscono subito non solo che non scenderanno più sulla luna, ma che rischiano seriamente di non tornare più a casa. Ok, Houston, dicono via radio, abbiamo avuto un problema. Sono ingegneri, hanno lunga esperienza di volo. Il problema è drammatico, il linguaggio è asciutto e il tono è calmo. Giustamente la frase entrerà nella storia.
I mercati finanziari, che di solito ragionano su un problema alla volta (o su un'opportunità alla volta, nei momenti felici), avevano fino a ieri l'inflazione al centro della loro attenzione.
Ora i problemi sono due, perché all'inflazione si aggiunge la recessione. Nel loro tono concitato lo comunicano a Mission Control. La risposta non è molto convincente. Il problema è che è stato proprio Mission Control a provocare l'inflazione. E ora è di nuovo Mission Control a provocare la recessione. O almeno questo è il timore.
Ci sono molti
errori alla base di questa situazione. Il primo è
l'avere ecceduto negli stimoli monetari e fiscali nel 2020. Il secondo è di
non avere iniziato a normalizzare le politiche nel 2021, quando l'economia era molto forte e avrebbe potuto assorbire bene rialzi dei tassi e minori stimoli fiscali. Normalizzare prima avrebbe non solo contenuto l'esplosione dell'inflazione, ma anche la bolla dei mercati finanziari.
Un terzo errore è stato quello di volere troppe cose in una volta.
Impostare una transizione energetica a tappe forzate ha significato bloccare gli investimenti in energie fossili e raffinerie proprio mentre il conflitto con la Russia e le sanzioni creano ulteriori problemi di offerta, particolarmente acuti per l'Europa. Ora in America si criticano i profitti eccessivi delle raffinerie e li si vuole tassare di più. Potrebbe essere giusto in astratto, ma certamente scoraggerebbe ulteriormente nuovi investimenti.
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