La missione dell'Apollo 13, come è noto, ebbe un lieto fine. Utilizzando le batterie del modulo lunare, ormai inutile, gli astronauti riuscirono a manovrare quel tanto che servì a girare intorno alla luna e farsi catapultare indietro. Ci vollero coraggio, abilità, concentrazione e anche fortuna.
Le stesse doti saranno ora indispensabili per la difficile
manovra di rientro dall'inflazione senza che questo provochi una recessione prolungata e pesante. La Fed, che fino a ieri dichiarava di potercela fare, è ora più prudente e ammette che non tutte le variabili sono sotto il suo controllo.
Alcuni fanno notare che la recessione di cui tanto si discute è già partita. Prima di rispondere bisogna ricordare che la definizione di recessione, un tempo semplice (un segno negativo in un trimestre di Pil) è diventata via via più complicata e discrezionale. Prima si è allungato a due trimestri il periodo di segno negativo, poi si è deciso di rinunciare a criteri meccanici e di affidare al
NBER, u
n'associazione autorevole ma privata di economisti, il compito di proclamare una recessione. Il NBER, per farlo, tiene conto di numerose variabili (crescita, ovviamente, ma anche utili, occupazione e investimenti) e, come un notaio, proclama la recessione ex post, con un ritardo di mesi o anni.
I mercati non possono permettersi il lusso di aspettare e guardano al
Pil, che nel primo trimestre di quest'anno è stato in America negativo (sia pure dopo un quarto trimestre fortissimo) e che in questo secondo trimestre che sta avviandosi alla conclusione
sarà probabilmente piatto. Per ora dunque è
stagnazione, non recessione.
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