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Il punto sulle commodities 10 ottobre 2016

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Altra settimana in rally per il petrolio, che continua a beneficiare dell'accordo informale raggiunto in seno all'OPEC per razionalizzare la produzione e dell'attesa di un altro meeting con i membri non OPEC, come la Russia. Ciò ha neutralizzato sia l'apprezzamento del biglietto verde, che i dati non propriamente positivi sulla produzione USA, che ha registrato un aumento nell'ultima settimana.

Quotazioni in forte rialzo per il gas naturale, che chiude in rialzo del 9,88% a 3,1930 dollari, in scia al rally del greggio. Il gas ha beneficiato delle favorevoli condizioni meteo, che hanno annullato i deludenti dati sugli stoccaggi. Questi hanno evidenziato un aumento superiore al previsto di 80 BCF contro i 69 attesi.

Il grano chiude un'ottava negativa, cedendo l'1,8% a 394,75 cent per bushel, ancora sulla scia dei livelli record delle scorte USA indicati dall'USDA, che questa settimana pubblicherà anche il report sul mercato globale. A pesare ha contribuito anche la stagnazione della domanda "spot" nel corso della settimana.

Ottava drammatica per l'oro che chiude in calo del 4,9% a 1.248,9 dollari l'oncia, a causa del progressivo apprezzamento del dollaro, sull'attesa di un imminente rialzo dei tassi da parte della Fed. I dati sul mercato del lavoro (Job Report) sono risultati deludenti, ma vari membri del FOMC sembrano convergere sulla necessità di alzare i tassi prima della fine dell'anno.

Prezzi in calo per il rame, che cede il 2,13% a 2,16 dollari la libbra, in risposta al taglio delle stime di crescita mondiale operato dal Fondo Monetario Internazionale, che preannuncia un rallentamento dell'attività. Un effetto negativo è derivato anche dalle operazioni di arbitraggio innescate dall'apprezzamento del biglietto verde, in vista di un possibile rialzo dei tassi da parte della Fed a dicembre.
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