Settimana in rally per il
petrolio, che ha chiuso la sessione di venerdì a
50,60 dollari al barile, con un
rialzo di circa il 5,5% su base settimanale. A
rivitalizzare i prezzi hanno contribuito le dichiarazioni del Presidente del comitato OPEC, Issam Almarzooq, che monitora l'implementazione dei tagli produttivi, sulla
possibilità di prolungamento dei tagli oltre il mese di giugno e le richieste analoghe pervenute da altri membri del cartello. Parole che non trovano seguito nell'ampio surplus produttivo in USA, giacché
le scorte hanno toccato nuovi record storici ed i pozzi “attivi” monitorati da Baker Hughes sono aumentati per l'undicesima settimana consecutiva, con 10 unità in più.
Si è mosso nella stessa direzione il
gas naturale, che ha
guadagnato il 3,7% a 3,190 dollari per milione di BTU, nonostante il dato sugli stoccaggi pubblicato dall'EIA abbia indicato un calo in linea con le attese di 43 BCF. A dare linfa al prodotto energetico hanno contribuito le previsioni meteorologiche, che preannunciano l'arrivo di perturbazioni primaverili ed aria fredda in USA.
Settimana incolore per il
grano, il cui prezzo ha segnato un
incremento dello 0,4% a 426,50 cent per bushel, dopo aver recuperato terreno sulla scia del report dell'USDA sulle superfici a coltura: il report ha evidenziato un taglio delle superfici coltivate a 46,1 milioni di acri, con riduzione sia per il grano invernale che per quello primaverile.
Ottava fiacca per l'
oro, che si è
fermato venerdì a 1.247,3 dollari l'oncia, evidenziando una limatura nella settimana dello 0,10%, ma
chiudendo il trimestre con la performance migliore da un anno a questa parte. Sul metallo hanno pesato indubbiamente i realizzi. Per contro l'oro è stato sostenuto dall'incertezza alimentata dalla
prima sconfitta di Trump al Congresso sull'ObamaCare e dalle
dichiarazioni del Presidente della Fed di New York, William Dudley, che ha ribadito la tendenza ad un rialzo dei tassi USA piuttosto graduale, facendo risalire dai minimi le quotazioni del metallo.
Il
rame ha chiuso una settimana decisamente positiva,
guadagnando l'1,1% a 2,65 dollari la libbra, grazie ai positivi dati giunti dalla Cina, dove l'indice dei direttori acquisto delle aziende è volato ai massimi da 5 anni. Debole la
reazione negativa alla notizia della
fine dello sciopero selvaggio presso la miniera di Cerro Verde, la più grande del
colosso Freeport-McMoRan in Perù.