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Scuola, svanisce il sogno dei precari: alcuna stabilizzazione. Per Anief pronti i ricorsi

È forte la delusione dei precari per l’accordo raggiunto in nottata all’interno della maggioranza: le modifiche al concorso straordinario non sono quelle che chiedeva il popolo della scuola, ad iniziare dai docenti precari, costretti a svolgere l’ennesima prova selettiva e a rimandare l’immissione in ruolo come minimo di altri 15 mesi.

I motivi del malcontento sono nelle parole del Presidente Anief Marcello Pacifico, il quale ricorda che i precari "non chiedevano una prova scritta ma di conoscere i quiz in anticipo perché non si può misurare il merito in 80 minuti. E invece sono stati eliminati i quiz ed è stata messa una prova scritta in più, rispetto ai quiz che dovranno essere fatti comunque per i grandi numeri che arriveranno".

L’Anief in realtà avrebbe fatto volentieri a meno anche di quella modalità e ribadisce che i precari "vanno assunti a da graduatorie di istituto e se proprio si vuole fare un concorso, andare non a selezionare, ma solo a graduare a in base a prova e titoli".

Per il sindacato "è caro il prezzo da pagare" per la decisione presa dal Governo di cassare le assunzioni dei precari da graduatorie d’istituto, come chiede Anief da tempo, perché c'è anche una procedura di infrazione aperta nei confronti dell'Italia da parte dell'Europa rispetto alla stabilizzazione dei lavoratori con 36 mesi di anzianità.

Il leader dell’Anief preannuncia allora che se verrà meno il doppio canale, il sindacato impugnerà questo provvedimento e riesploderà con maggior vigore la richiesta di risarcimento da parte dei precari, che potrebbe portare ad una multa salta dall’Europa all’Italia se non riesce a sistemare la situazione del precariato.
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