Dopo le
prove generali con l'Esame di maturità che si è svolto in presenza anche quest'anno nonostante l'emergenza sanitaria in corso nel nostro Paese, la
scuola italiana è attesa a breve da una
prova che non può fallire.
Anief dice sì alla riapertura delle scuole in presenza a settembre ma la parola d'ordine deve restare soprattutto ora
prudenza per evitare di vanificare gli sforzi e i sacrifici fatti fin qui, rischiando, qualora la curva dei contagi dovesse risalire, di dover fare un pericoloso salto all'indietro.
Un messaggio lanciato a chiare lettere dal Presidente
Marcello Pacifico: "Abbiamo chiesto al
Ministro Azzolina e al Premier Conte degli impegni precisi sugli organici. Non è più possibile pensare di poter riaprire le scuole a settembre affidandosi a questo numero di insegnanti e personale ATA che
non è sufficiente a garantire la sicurezza, invece, necessaria".
Cito il
"caso Israele" - prosegue Pacifico - che deve essere da monito anche per noi. Dopo due mesi di totale lockdown, lo scorso 17 maggio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la riapertura delle scuole del Paese che purtroppo ha coinciso con una
risalita dei casi di contagio. "Ci muoviamo in un terreno più che scivoloso: serve distanziamento sociale durante le lezioni, per fare questo servono spazi e non è una questione di banchi,
occorrono insegnanti. Per questo, bisogna imboccare un
doppio binario: da un lato
concordare regole chiare per la riapertura in sicurezza a settembre, dall'altro dobbiamo avere precisi impegni affinchè
la scuola italiana cambi davvero marcia e pelle".La strada del cambiamento è aperta, sta a noi percorrerla. "Dobbiamo lasciarci alle spalle - incalza Pacifico -
la scuola che ha perso per strada più di 200 mila insegnanti e 50 mila ATA negli ultimi 15 anni e aprire un tavolo su
organici e precariato, con un intervento legislativo ad hoc (ce ne sono due, osserva ancora Pacifico, "ma non hanno risolto il problemi perchè non sono stati concordati con chi vive la scuola ogni giorno").
"Noi siamo sempre disponibili e tesi ad un dialogo per trovare
soluzioni concrete che passano anzitutto dalla stabilizzazione dei precari e da altre criticità sulle quali il giovane Sindacato della scuola continuerà a insistere fino a quando non saranno superate e risolte.
La volontà è riaprire a settembre ma nelle condizioni di
massima sicurezza per alunni, docenti e ATA, altrimenti, torna a ribadire Pacifico, "il caso Israele non ci avrà insegnato niente e sarà l'ennesima occasione mancata. Aspettiamo quanto prima di essere convocati per dare il nostro contributo, in caso contrario - in assenza delle condizioni ottimali -
sarà impossibile sposare la linea della
riapertura in presenza".
"