"Nel servizio trasmesso ieri dal programma 'Le Iene' sui giudici di pace è emerso, purtroppo, l'ennesimo caso di ingiustizia. Come Associazione Radamante, abbiamo intrapreso delle iniziative legali per tutelare i giudici onorari di pace su diversi aspetti". È quanto afferma
Marcello Pacifico, presidente di Radamante, associazione che difende l'attuazione del diritto comunitario, commentando il
caso dei 5mila magistrati onorari sottopagati dallo Stato. "I giudici di pace – sottolinea Pacifico – devono essere equiparati per le loro funzioni ai giudici amministrativi, penali e civili. La
Corte di Giustizia europea si è espressa in particolare sul caso delle
ferie non retribuite. Infatti nonostante il giudice di pace fosse inquadrato come un lavoratore a tempo determinato non gli venivano riconosciute le ferie retribuite. Per tale ragione il 16 luglio scorso nella causa 658 del 2018 la Corte di Giustizia europea ha stabilito che c'è una palese violazione della direttiva comunitaria numero 88 del 2003. Il giudice onorario non deve, quindi, essere discriminato rispetto agli altri giudici".
A tutela dei giudici di pace è intervenuta, recentemente, anche la
Corte Costituzionale. "Nel dicembre 2020, – prosegue il presidente di Radamante – la Corte Costituzionale con la sentenza 267 ha stabilito che il
ministero della Giustizia, così come previsto per gli altri giudici, debba accreditare ai giudici di pace il
rimborso per le spese di patrocinio legale sostenute". Tuttavia, rileva Pacifico, "esistono ancora disparità sul fronte dei permessi per malattia e della stessa retribuzione. È dunque importante – conclude il presidente di Radamante –
avviare una nuova azione legale per far riconoscere, innanzitutto, i diritti già acquisiti e sanciti sia dalla Corte Costituzionale che dalla normativa comunitaria".
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