"
L'obbligo del green pass per gli studenti
universitari è previsto da una norma non solo
discriminatoria, ma che
nega anche il diritto allo studio". E' quanto denuncia
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato
Anief, ricordando che questa norm è stata inserita all'improvviso senza alcuna ragione specifica.
"Sappiamo per esempio che in Inghilterra 20 atenei su 24 continueranno il prossimo anno con la didattica a distanza. In America poi è la modalità più utilizzata. Non si comprende perché, secondo le dichiarazioni del ministro Messa, gli studenti universitari italiani debbano presentare il green pass altrimenti
non possono più sostenere esami di profitto, non possono più laurearsi", lamenta il sindacalista, denunciando che la
norma è "profondamente ingiusta".
"
Anief in collaborazione con Radamante sta curando dei
ricorsi con delle diffide, che saranno inviati ai rettori da parte degli studenti, per garantire comunque
l'accesso in presenza ai corsi universitari o comunque
l'accesso a distanza agli stessi ed alle attività didattiche. Un ricorso che si propone di
contrastare l'atteggiamento discriminatorio dello Stato italiano, in palese violazione del
regolamento europeo, e di impugnare il decreto-legge che obbliga gli studenti universitari ad ottenere il green pass, pena
l'impossibilità di esercitare il proprio diritto allo studio".
"Invitiamo tutti quanti non solo
a firmare la petizione, che è ancora online e serve anche per far riflettere l'opinione pubblica la politica quando il Parlamento riaprirà nuovamente, ma in questo momento è
importante aderire al ricorso con Radamante per poter
finalmente reclamare il proprio diritto e vedere
disapplicato o sospeso un decreto-legge palesemente illogico".
"