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Scuola, inizia un nuovo anno ma ancora una volta senza i precari

E iniziato un nuovo anno scolastico senza risolvere il problema del precariato a scuola. Lo ribadisce Marcello Pacifico, Presidente del sindacato della scuola Anief, che ha sempre fatto della lotta al precariato il suo portabandiera. "Il problema non è stato risolto, in primo luogo, perché mancano 240 mila supplenti in cattedra e le 58 mila immissioni in ruolo che sono state fatte, sono numeri importanti, ma sono meno della metà dei posti messi a disposizione", rimarca il sindacalista, ricordando che "il Ministero del Tesoro aveva autorizzato 120 mila posti".

"Sono state realizzate quindi quasi la metà delle assunzioni previste - sottolinea il leader del sindacato - e questo è accaduto, non perché non ci sono i supplenti nelle graduatorie, ma perché il Ministero che non li ha chiamati per fare i supplenti e non li ha voluti chiamare per metterli in ruolo".

L'Anief depositerà entro metà mese i primi ricorsi per fare in modo che, chi è stato inserito nella prima fascia delle GPS e non ha il requisito dei tre anni di servizio imposto della legge nella scuola statale su posto comune, possa comunque aspirare a uno di questi 60 mila posti non assegnati, perché rifarà per l'ennesima volta il supplente nelle nostre scuole, al pari di chi è inserito nella seconda fascia delle graduatorie per le supplenze.

"Qui serve una nuova riforma del sistema di reclutamento", afferma Pacifico, ricordando che "il governo l'ha messa in agenda da dicembre 2021 a dicembre 2022 perché l'ha promesso all'Europa e l'ha inserito nel PNRR". "Ne cominceremo a parlare con il Ministro già da domani e nel primo incontro di attuazione del piano per la scuola e dei progetti del PNRR, ma siamo convinti che la storia da seguire sia quella del doppio canale di reclutamento: da una parte concorsi snelli, veloci, annuali per tutto il personale laureato; dall'altra parte scorrimento delle graduatorie per le supplenze per l'assunzione in ruolo dei supplenti che abbiamo".

"Ce lo chiede l'Europa, lo dobbiamo ai nostri precari. - ribadisce il Presidente dell'Anief - Basta discriminarli e, poi, nel contratto cominciamo a inserire chiaramente una voce, dove diciamo che chi è a tempo determinato ha gli stessi diritti di chi è a tempo indeterminato. I precari ed insegnanti di ruolo devono avere gli stessi diritti".
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