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Scuola: le ragioni dello sciopero del 6 maggio spiegate dal Presidente Pacifico

E' tempo di sciopero per la scuola: diverse sigle sindacali, fra cui il giovane sindacato Anief, sono scese in piazza questa mattina per protestare contro la riforma.

"Scendiamo in piazza perché siamo contro questa riforma, che vogliamo cambiare, perché è sbagliata sul reclutamento e allunga i tempi per diventare insegnante, dimentica la questione del precariato che ci chiede l'Europa, ma impone anche una formazione a beneficio solo di alcuni, dimenticando tutti gli altri", afferma il Presidente di Anief Marcello Pacifico.

"Il sindacato non è contro la formazione - spiega il sindacalista - come insegnanti chiediamo di essere formati, ma ad oggi il governo pensa di usare le risorse per la formazione che ci sono già togliendole ad alcuni per dale ad altri, secondo criteri che non sono chiari e ben definiti. In più, questa riforma avverrà con ulteriori tagli: 12.500 posti di lavoro tagliati e la card docente di 500 euro che viene dimezzata nei prossimi anni. Tutto questo a fronte dell'obiettivo di formare il 10% del personale scolastico in più su attività da non svolgere in classe".

"Tutto questo non funziona - denuncia Pacifico - noi vogliamo che chi lavora in classe meriti e sia valorizzato il lavoro di tutti, non solo del personale docente, ma anche del personale amministrativo delle scuole".

Anief fa appello al Parlamento, proponendosi di spiegare in audizione il perché di alcune proposte. "Sul reclutamento chiediamo una cosa semplicissima: snellire e semplificare le attuali 5 procedure previste per entrare nei ruoli e garantire un percorso che porti anche all'assunzione dei precari come è stato fatto in passato - conclude il leader del sindacato - magari garantendola possibilità di fare un corso di specializzazione o di prendere una abilitazione e mettendo le risorse aggiuntive per formare tutti gli insegnanti e per premiare chiunque lavora nella scuola, compreso il personale ATA".
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