(Teleborsa) - Da anni i ricchi cinesi trasferiscono all’estero gran parte dei loro patrimoni, nonostante le restrizioni valutarie del loro paese. Riescono quindi ad acquistare senza problemi costosi immobili a New York, Sydney e Vancouver.

La settimana scorsa, quando l’emittente televisiva cinese, Central Television, ha accusato Bank of China di riciclaggio, il governo si è esposto frettolosamente a rivelare un programma che permetterebbe ai cittadini cinesi di trasferire i loro yuan e convertirli in dollari o altre valute all'estero.

Offerto da alcune banche nella provincia meridionale del Guangdong, al confine con Hong Kong, il programma sarebbe attivo dal 2011, per l’acquisto di immobili all'estero e per sostenere l'emigrazione di milioni di cinesi, senza prefigurare un reato di riciclaggio. Lo si apprende da una nota della stessa Bank of China dello scorso 9 luglio, in cui si aggiunge che i trasferimenti di ingenti capitali all’estero sarebbero stati autorizzati dalle autorità di regolamentazione.

"Quello che si intende, è che il governo sta cercato di internazionalizzare la valuta cinese da molto più tempo di quanto pensassimo", ha dichiarato Jim Antos, un analista di Mizuho Securities, con sede a Hong Kong, aggiungendo che l’obiettivo di lungo termine del governo cinese sarebbe quello di consentire che lo yuan diventi liberamente convertibile con altre valute.