(Teleborsa) - Nessun segnale di ripresa per due dei principali protagonisti del settore delle commodities, ossia l'oro e il Petrolio.
L'oro ha messo a segno la quinta sessione consecutiva di perdite principalmente per due motivi: il rialzo del dollaro in scia alle speculazioni secondo cui la Federal Reserve potrebbe iniziare ad alzare i tassi prima del previsto, e i segnali di ripresa dell'economia statunitense che rendono meno appetibile il metallo giallo, bene rifugio per eccellenza.
I futures sull'oro con scadenza dicembre sono scesi oggi di quasi tre dollari a 1.236 dollari l'oncia, avviandosi a terminare l'ottava con una discesa del 2,5%.

Non va meglio all'argento, che di punti percentuali ne ha persi complessivamente tre.

Il petrolio sconta invece i timori per un marcato rallentamento della domanda globale alla luce dei segnali di stallo dell'economia giunti da Cina ed Eurozona. Timori condivisi dall'International Energy Agency, che ieri ha tagliato l'outlook sulla domanda di barili.

Sul New York Mercantile Exchange il barile di West Texas Intermediate cala di 23 cent a 92,60 dollari mentre il Brent, sotto i 97 dollari al barile e ai minimi da 15 mesi, si conferma la qualità più colpita.