A confermarlo è il decreto del Ministero dell'Economia pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre che ha adeguato l'uscita dal mondo del lavoro alle aumentate speranze di vita.
- Per le pensioni di vecchiaia degli uomini, dal 1° gennaio del 2016 saranno richiesti 66 anni e 7 mesi (rispetto agli agli attuali 66 anni e 3 mesi) e vent'anni di contributi.
- Anche per le donne che lavorano nella Pubblica Amministrazione saranno richiesti 66 anni e 7 mesi.
- Le donne che lavorano nel privato andranno in pensione a 65 anni e 7 mesi (da 65 anni e 3 mesi).
- Per le lavoratrici autonome, infine, si passerà a 66 anni e 1 mese (da 64 anni e 9 mesi).
Riviste anche le quote, ossia la somma di età e anzianità, per chi va in pensione con le vecchie norme, dunque i cosiddetti esodati o salvaguardati. La quota salirà a 97,6 rispetto ai 97,3 attualmente in vigore.